martedì 5 settembre 2017
Comune, ambientalisti e ingegneri vedono lacune nel piano ambientale: oggi saranno consegnati al ministero una serie di documenti critici
Il progetto per l'Ilva non convince Taranto
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Non convincono i tempi lunghi per portare a termine alcuni lavori ritenuti necessari, come la copertura dei parchi minerali, che slitterebbe al 2023. A Taranto si torna a parlare di Ilva. C’è scetticismo nel mondo ambientalista e nelle istituzioni locali sui contenuti del Piano Ambientale presentato al Ministero dell’Ambiente da Am Investco Italy, la nuova proprietà composta da Arcelor Mittal e Marcegaglia, che entro marzo 2018 prenderà in locazione per due anni il gruppo Ilva, in vista dell’acquisizione definitiva. Il documento è stato pubblicato lo scorso 1 agosto e scade oggi il termine perché vengano presentate a Roma eventuali osservazioni di enti, ordini professionali, associazioni.

«Il sindaco Melucci in queste ultime ore sta ancora lavorando alla nota personale che accompagnerà le osservazioni del Comune – spiega Rocco De Franchi, vice del primo cittadino nonché assessore all’Ambiente – e la mia premessa è che dopo aver conosciuto di persona il patron Mittal e suo figlio, che si sono approcciati alla città con umiltà, intelligenza e buoni propositi di investimento, anche al di là della sola Ilva, posso dirmi ottimista. Detto questo però, fatti alla mano attualmente non ne vedo. La proposta non è soddisfacente e non lo penso solo io. Lo certificano anche l’Arpa, l’Ordine degli Ingegneri, le associazioni ambientaliste come Peacelink, la Regione, i tecnici ed i dirigenti del Comune, che hanno rinunciato alle ferie per studiare il documento di 600 pagine».

De Franchi non risparmia critiche al sistema «che relega al valore di una cartolina inviata al Ministero, e non a valutazioni, il parere del Comune, nell’ambito di un procedimento ammini-strativo che vale solo per Taranto. E la cosa che ci imbarazza fortemente è che ci sia ancora ignoto il piano industriale. I nostri tecnici si sono trovati di fronte materiale lacunoso, mancata documentazione. Inoltre non vediamo grande volontà di procedere concretamente verso quella che è l’unica possibilità di reale cambiamento, cioè quella del ciclo produttivo, come si sta cominciando a fare con il gas metano, che è meno impattante».

Una proposta quella della de-carbonizzazione, cavallo di battaglia del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. «Ma noi lo crediamo non perché lo dice lui – conclude De Franchi – ma perché è il nuovo approccio alla produzione non soltanto tecnicamente fattibile ma è anche politicamente auspicato, dalla grande finanza ed anche dall’ultima enciclica del Santo padre». «Ci sono passi indietro intollerabili rispetto ai contenuti dell’Aia del 2012 e del Piano Ambientale del 2014 ad esempio in materia di copertura dei parchi. Non si parla più di costruzione di edifici chiusi, dotati di captazione e trattamento di aria filtrata» denunciano da Legambiente Taranto. E dall’Ordine degli ingegneri di Taranto viene la richiesta di un tavolo tecnico allargato a tutte le parti interessate dall’Autorizzazione Integrata Ambientale.

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