venerdì 14 gennaio 2022
Secondo il decalogo elaborato dagli esperti di Oliver James, conteranno sempre di più la formazione e la tecnologia. I profili digitali per la sanità e le nuove figure della sostenibilità
Una lavoratrice in smart working

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Non solo Super Green pass. Anche se certamente nel 2022 la certificazione verde rafforzata per i lavoratori rimarrà ancora una degli argomenti più dibattuti a livello politico, sindacale e mediatico, il mondo del lavoro in questo nuovo anno dovrà affrontare diverse nuove sfide, che porteranno dipendenti, manager e professionisti a iniziare una nuova “Era lavorativa”, che farà superare (si spera) le difficoltà degli ultimi due anni pandemici. Ne sono convinti gli esperti di Oliver James, società che ha sviluppato un approccio alla ricerca del personale con al centro persone e dati, che hanno stilato le dieci tendenze del mondo del lavoro che maggiormente si svilupperanno nel 2022.

1) Produttività con focus sugli obiettivi e non sulle ore lavorate

«Sarà la parola d’ordine per quest’anno, la produttività – spiega Pietro Novelli, Country Manager di Oliver James –. Lavorare a obiettivi e non a ore, con l’applicazione di modelli di management flessibili e tecnologici. Durante il 2022 capiremo, così, se anche in Italia il modello di lavoro con meno ore, per esempio con la settimana corta, possa effettivamente funzionare e aumentare la produttività. Inoltre, sempre più aziende, in particolar modo quelle più grandi e strutturate, al netto di accordi sindacali e nodi contrattuali che ancora devono essere smarcati per rendere realmente fattibile queste iniziative, sperimenteranno le ferie libere, concedendo ai lavoratori di gestirsi in autonomia quando e quanto prenderne».

2) Il lavoro ibrido diventa sempre più la normalità

Sdoganato dalla pandemia, lo smart working è ormai una realtà consolidata. Dopo l’euforia iniziale questa modalità di lavoro ha mostrato anche alcuni limiti che ai lavoratori ha fatto preferire una modalità ibrida ufficio/casa. «Il pericolo di cadere nel cosiddetto ‘sempre connessi’ è stata la principale molla che ha spinto molti lavoratori a voler preferire una modalità di lavoro che conciliasse una parte smart da espletare a casa, o dove si volesse, con una in ufficio - chiarisce Novelli -. Proprio questa modalità di lavoro nel 2022 sarà quella preferita, durante l’anno poi capiremo meglio quali cluster la apprezzeranno meglio in base a fasce d’età, seniority lavorativa e condizione familiare».

3) Valori aziendali da riscoprire

«Smart e remote working hanno fatto perdere un po’ di senso d’appartenenza all’azienda – spiega Novelli di Oliver James – In alcuni casi quando l’assunzione è avvenuta durante il lockdown i professionisti non hanno nemmeno messo piede nelle aziende. Per il 2022 una delle cose su cui puntare sarà sicuramente lavorare sull’engagement delle proprie risorse per scoprire o riscoprire i valori aziendali che si sono persi in questi ultimi anni».

4) Italia catalizzatore per i professionisti esteri

«Incrociando i dati dei nostri report e database a livello internazionale – spiega il country manager di Oliver James – abbiamo notato un significativo aumento di richieste da parte di professionisti stranieri per venire a lavorare in Italia. E questo in modo trasversale dai livelli manageriali più alti a quelli impiegatizi. Un trend biunivoco che dall’altra parte vede anche le aziende italiane sempre più propense ad assumere talenti provenienti dal mercato europeo e non solo».

5) Job rotation

«Al netto degli inglesismi, la job rotation è la rotazione delle mansioni in azienda – specifica Novelli –. Una tecnica per niente nuova, nasce già negli anni '90, ma sicuramente efficace e che nel 2022 vedrà un rilevante sviluppo nelle aziende italiane. Questo strumento è un ottimo metodo di formazione continua dei professionisti, che li aiuta ad avere un’attitudine più aperta al cambiamento e una mentalità orientata alla crescita e all’apprendimento continuo».

6) A tutta Generazione Z

È la generazione dei nativi digitali, nati tra il 1997 e il 2012. «I primi di questa generazione hanno ormai passato i 20 anni e grazie alla loro propensione per tecnologia, digitale e social avranno sempre più un ruolo di spicco in molte aziende italiane. Sarà importante però - chiarisce Novelli – creare il giusto ambiente aziendale per fare in modo che questi talenti decidano di lavorare per l’azienda. Da tenere in particolare considerazione saranno i valori di diversità e inclusione oltre che di vera attenzione alla sosteniblità a cui la generazione Z è molto attenta».

7) Si torna in ufficio, ma l’ufficio cambia

«Cominciamo già a vederne qualche esempio, ma da quest’anno in poi l’ufficio non sarà più quello che abbiamo sempre conosciuto – spiega Novelli –. Diventerà uno spazio polifunzionale, multiservizio e a disposizione del lavoratore 24 ore. Molto più spazio sarà destinato a zone relax, al divertimento e alle attività extra lavorative. Grande attenzione al verde, con piante e giardini. Inoltre, sempre più un occhio di riguardo sarà destinato alla sostenibilità e a evitare sprechi energetici».

8) Formazione continua in e-learning

Le aziende da una parte, ma anche gli stessi professionisti dall’altra, dovranno puntare sempre più sulla formazione. Un’opportunità per la valorizzazione e lo sviluppo delle competenze e qualità dei lavoratori, per i professionisti stessi e per le aziende per cui lavorano. Secondo Novelli «nel 2022 ci sarà sempre più spazio all’e-learning, una soluzione perfetta in periodo di pandemia e che si adatta perfettamente a smart e remote working».

9) Salari più alti...richiesti dai lavoratori

Secondo le stime rilasciate da Eurostat a dicembre l’inflazione dei Paesi europei ha toccato il 5%, spinta dagli aumenti energetici, così come da quelli dell’agroalimentare e dei servizi. In questo scenario una importante tendenza di questo 2022 sarà la richiesta da parte di lavoratori e professionisti di un aumento salariale.

10) Tecnologia

«Nel mondo del lavoro e del recruiting si sta delineando sempre più la cosiddetta data society - conclude il Country Manager di Oliver James - ovvero una realtà in cui le decisioni verranno prese in base a risultati e veri e propri consigli ricavati dall’elaborazione corretta dei dati. Nel 2022 si lavorerà molto sugli aspetti qualitativi, sull’affidabilità e sicurezza del dato, per portarlo ad un livello "superiore" di efficacia ed efficienza».

Introvabili i profili digitali per la sanità, servono nuove competenze
Sulla base delle rilevazioni effettuate, lo studio EY-ManpowerGroup sull’evoluzione delle professioni non mediche nella sanità italiana prevede, per il 2030, una crescita della domanda di lavoro per tutte le professioni oggetto di indagine. Tra esse, l’aumento della domanda è particolarmente significativo per Ingegneri biomedici e bioingegneri (+9,2%), Tecnici di apparati medicali e per la diagnostica medica (+7,5%) e Ingegneri in telecomunicazioni (+7%). Tuttavia, la difficoltà nel reperire queste figure salirà sempre di più: per gli ingegneri biomedici e bioingegneri e i tecnici per le telecomunicazioni la stima della crescita della difficoltà di reperimento tra il 2021 e il 2030 è di oltre il 160%. Elevata difficoltà di reperimento è stimata anche per analisti e progettisti di software, tecnici programmatori e tecnici di apparati medicali e per la diagnostica medica. La formazione di nuove figure e una strategia di reskilling dei profili esistenti sono centrali per ridurre rischi di mismatch e obsolescenza: nel 2030, infatti, il 39% di ingegneri biomedici dovrà aggiornarsi per colmare il divario tra le competenze possedute e quelle richieste dal mercato, così come il 31% dei tecnici di apparati medicali.

Sostenibilità al lavoro: le nuove figure professionali

Negli ultimi anni, le aziende si stanno impegnando a diventare sostenibili utilizzando i criteri Esg (Environmental, Social e Governance) per definire i propri modelli e le strategie di mercato. La sostenibilità, però, è una materia che ha bisogno di conoscenza e concretezza e per essere implementata e necessita di professionisti altamente qualificati che possano aiutare le aziende in questo campo. L’Head of Esg è sicuramente una delle figure che avrà maggiori opportunità nei prossimi anni e anche quella che più velocemente sta evolvendo verso un ruolo sempre più strategico-finanziario, piuttosto che comunicativo. Secondo le stime di PageGroup – società di recruiting che opera in Italia con i brand Page Executive, Michael Page, Michael Page Interim Management e Page Personnel – si registrerà, nel corso del 2022, un incremento di oltre il 50% delle richieste. Oltre al Responsabile Esg, stanno emergendo altri professionisti della sostenibilità:

  • Head of Sustainability: sviluppa gli aspetti di sostenibilità in tutti i processi dell’azienda, diretti e indiretti a livello normativo/di compliance ma anche tecnico/energetico;
  • CO2 Reduction Manager: si tratta di un profilo tecnico che ha una responsabilità cross funcional e l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 di aziende produttive (con azioni dirette o indirette);
  • Hydrogen Business Development Manager: manager che abbia visione strategica e conoscenza della catena del valore dell’idrogeno, skill indispensabili per lanciare nuovi progetti sostenibili;
  • Energy Transition Manager è responsabile di tutti gli aspetti di sviluppo business delle nuove frontiere energetiche: idrogeno, biogas/biofuels, carbon capture, storage;
  • Responsabile Diversity, Inclusion & Wellbeing: è responsabile dell’implementazione delle politiche di D&I.

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