mercoledì 6 aprile 2022
Il segretario Rota ha consegnato al governo una mozione contro lo sfruttamento. Il ministro Patuanelli: dal 2023 nel Piano nazionale la «condizionalità sociale»
Ancora molto diffuso il caporalato nelle campagne del Foggiano

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Una mozione contro i ghetti e il caporalato. Ieri si è aperto così il VII Congresso nazionale della Fai-Federazione agroalimentare ambientale della Cisl – che conta 220mila iscritti tra lavoratori agricoli, dell’industria alimentare, delle foreste, della pesca, della bonifica, del tabacco e della zootecnia – dal titolo Rigenerazione: persona, lavoro, ambiente e che si chiude giovedì 7 aprile a San Giovanni Rotondo (Foggia). «Aver giustificato o addirittura legittimato per anni l’esistenza dei ghetti, aver voltato lo sguardo dall’altra parte, ha consolidato nel tempo una vergogna nazionale alla quale non possiamo rassegnarci – ha detto il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota davanti a 530 congressisti –. Lo sappiamo, il caporalato e i ghetti non rappresentano l’agricoltura italiana, ma sono una realtà e un’offesa che ci riguarda tutti. Chiediamo alla politica di agire in modo più coerente e concreto». Il sindacalista ha annunciato la promozione in Parlamento di una mozione che impegna il governo a una serie di interventi, tra i quali: tutelare e garantire la dignità dei migranti e il rispetto dei loro diritti, ripensare i procedimenti amministrativi per i permessi di soggiorno, completare la mappatura degli insediamenti informali, rendere operativa la clausola di condizionalità sociale nella Pac-Politica agricola comune dal 2023, promuovere le buone pratiche commerciali nei confronti delle imprese aderenti alla rete del lavoro agricolo di qualità, intervenire sulle condizioni abitative dei migranti con un graduale processo di integrazione sociale.

«La mozione – ha spiegato Rota – è già nelle mani del ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà e di diversi parlamentari. Chiediamo a tutte le forze sociali d’Italia e d’Europa di unirsi a noi e sottoscriverla. Partiamo da qui, dal Foggiano, luogo di eccellenze produttive eppure ferito dall’illegalità, per guidare l’operato dei governi verso la lotta allo sfruttamento e la qualificazione del lavoro, perché chi produce il cibo non debba più vivere nel degrado e nella solitudine».

«Posso assicurare – ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli – che dal primo gennaio 2023 la condizionalità sociale sarà presente nel nostro Piano strategico nazionale. Questo è l’impegno che mi sono preso e che non ho nessuna intenzione di disattendere». Il ministro ha ricordato il decreto legislativo che ha attuato la direttiva «e quanto questo può incidere sulla capacità degli agricoltori di aumentare il proprio reddito, di aumentare quindi la possibilità di investimento nel lavoro in campo e di come attraverso le forze sociali ci sia la possibilità di istruire in qualche modo gli agricoltori della possibilità di denunciare le pratiche sleali e quindi aumentare la possibilità per loro di essere pagati il giusto prezzo».

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