venerdì 18 febbraio 2022
L'utile netto è di 4,7 miliardi. Cresce anche il margine delle attività sulle rinnovabili.
Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, alla Maker Fair del 2018

Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, alla Maker Fair del 2018 - Eni

COMMENTA E CONDIVIDI

Eni ha chiuso il 2021 con un utile netto adjusted di 4,7 miliardi di euro, il migliore dal 2012, e un margine operativo adjusted di 9,7 miliardi (+400% rispetto al 2020). Risultati ottimi, per la società che ha lo Stato italiano come primo azionista (il ministero dell’Economia 4,4% delle quote, la Cassa depositi e prestiti il 26%).

«Nel corso del 2021 abbiamo raggiunto risultati eccellenti e accelerato la nostra strategia di trasformazione che fa leva sull’integrazione di tecnologie, nuovi modelli di business e stretta collaborazione con i nostri stakeholders. La rigorosa disciplina finanziaria e la riduzione dei costi messe in campo in seguito alla crisi pandemica ci hanno consentito di cogliere al meglio la forte ripresa economica del 2021» ha detto l’amministratore delegato Claudio Descalzi.

Il grosso degli utili di Eni deriva dall’attività di estrazione e vendita di petrolio, che permette nello stesso tempo gli investimenti sul fronte della decarbonizzazione: Plenitude, la divisione Eni che si occupa di rinnovabili, mobilità elettrica e vendita di energia a famiglie e imprese, ha fatto 471 milioni di euro di utile operativo e prosegue il suo percorso verso la quotazione. La capacità di generazione elettrica da fonti rinnovabili è triplicata in un anno, a 1,2 GW. Descalzi ha anche ricordato il progetto HyNet per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, lo sviluppo delle bioraffinerie, il test di successo nel campo della fusione magnetica con Cfs.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: