giovedì 13 settembre 2018
La Bce conferma la strategia dei tassi a zero almeno fino all'estate del 2019. Il presidente critico sull'esecutivo: le loro parole hanno creato qualche danno sui tassi per imprese e famiglie
Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea (Ansa)

Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea (Ansa)

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C’è stata soprattutto l’Italia, e in particolare i piani del suo governo, al centro della conferenza stampa di Mario Draghi al termine della riunione del comitato esecutivo della Banca centrale europea. Una riunione in cui la Bce ha confermato la strategia: i tassi restano al minimo storico (cioè zero per il tasso principale, 0,25% il tasso sui prestiti marginali e -0,40% il tasso sui depositi), non sono previsti rialzi almeno fino all’estate del 2019 mentre il Quantitative easing sarà ridotto dal prossimo mese da 30 a 15 miliardi di euro di acquisti mensili dopodiché, se non ci saranno sorprese, a gennaio terminerà. La situazione economica resta positiva, anche se un po’ meno di quanto sembrasse all’inizio dell’estate: la Bce ha corretto dal 2,1 al 2% la crescita del Pil prevista per quest’anno e dall’1,9 all’1,8% quella del 2019. I rischi al ribasso sono quelli noti: il protezionismo, le turbolenze su qualche mercato emergente. La stima di un’inflazione all’1,7% tra il 2018 e il 2020 è confermata.

Draghi non aveva motivo di parlare direttamente della situazione italiana, ma lo ha fatto una volta che proprio i giornalisti italiani presenti a Francoforte lo hanno interrogato. Alla prima domanda, sugli effetti della fine del QE sull’Italia, il presidente della Bce ha ricordato un principio che spesso è dimenticato: il piano di acquisti serve a portare l’inflazione vicino al 2%, come previsto dal mandato della Bce, non ad aiutare i governi a gestire i loro deficit di bilancio.

Dopodiché a chi gli chiedeva se temeva un effetto contagio dall’Italia sul resto della zona euro, Draghi ha ricordato un altro principio: la polemica politica vale zero, l’unica cosa che conta è la legge di stabilità. «Lasciatemi dire una cosa che volevo aggiungere prima – ha detto (guarda video) il presidente della Bce –: le parole negli ultimi mesi sono cambiate molte volte. Quello che aspettiamo adesso sono i fatti. Il fatto principale è la bozza di legge di Stabilità e la successiva discussione parlamentare. Vedremo come andrà. Poi gli investitori e i mercati di capitale formuleranno le loro visioni. Sfortunatamente abbiamo visto che le parole hanno creato qualche danno e i tassi di interesse sono saliti, anche per le famiglie e le imprese. A proposito: questo non ha creato molto contagio su altre nazioni, per ora è stato un episodio italiano. Dobbiamo sapere che il presidente del Consiglio, il ministro dell’Economia e il ministro degli Esteri italiani hanno detto che l’Italia rispetterà le regole”.

Insomma, per la Bce in attesa della finanziaria contano le rassicurazioni delle principali autorità del governo. Se poi i piani dell’esecutivo cambieranno o il Parlamento vorrà forzare la legge fino a non rispettare i requisiti europei, allora, anche per la Bce, la situazione cambia.

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