venerdì 12 marzo 2021
Le rilevazioni per l'intero 2020 confermano che i più colpiti sono stati i giovani e le donne. Il blocco dei licenziamenti ha protetto solo i contratti a tempo indeterminato
L'andamento degli occupati e del tasso di disoccupazione in Italia

L'andamento degli occupati e del tasso di disoccupazione in Italia - Istat

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I numeri dell'Istat sull'ultimo trimestre del 2020 e sull'intero anno passato confermano che per effetto della pandemia l'occupazione in Italia ha subito un calo "senza precedenti", con 456mila posti di lavoro in meno (-2% rispetto al 2019, 22,9 milioni di persone). C'è stato anche un calo della disoccupazione (il tasso è sceso di 0,5 punti, al 9,2%, cioè 2,3 milioni di persone) che si spiega con la forte crescita del numero di inattivi (403mila in più in un anno). Il tasso di occupazione, cioè gli occupati rispetto al totale della popolazione in età da lavoro, si è ridotto al 58,1% tornando ai livelli del 2017, mentre quello di inattività è salito al 35,9% (gli inattivi sono 13,7 milioni di persone).

Questo nonostante il blocco dei licenziamenti, che va verso una proroga fino a fine giugno, abbia contenuto la perdita di posti di lavoro anche nell'ultimo trimestre dell'anno. Le ore lavorate tra ottobre e dicembre sono diminuite del 7,5% rispetto a un anno, eppure nel trimestre il numero di occupati è diminuito solo dell'1,8%,. Il blocco dei licenziamenti ha infatti permesso una tenuta dei posti di lavoro dipendente a tempo indeterminato (+0,3% rispetto a un anno fa a 17,8 milioni di persone) mentre sono precipitati gli occupati con contratti a termine, che non vengono "licenziati" ma più semplicemente non si vedono rinnovare il contratto: il calo rispetto a un anno fa è stato del 12,3% a 2,6 milioni di persone. Gli autonomi sono invece diminuiti del 2,3%, a 5,1 milioni di persone.

Come era già emerso nei mesi scorsi, a pagare la crisi sono state soprattutto le donne (-2,5% le occupate, calo superiore al -1,5% tra i maschi) e i giovani : tra i 15-34enni si osserva infatti la più forte diminuzione del numero di occupati e del tasso di occupazione (-5,1% e -1,9 punti, rispettivamente) e il più forte aumento del tasso di inattività (+2,7 punti).


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