mercoledì 8 gennaio 2014
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"Il dato più negativo è che la occupazione continua a scendere, l'onda lunga della crisi continua: si distruggono posti di lavoro più velocemente di quelli che si creano". Così il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, commenta i numeri comunicati dall'Istat sulla disoccupazione. Il ministro osserva che c'è un dato "positivo ma non sufficiente per cui nel terzo trimestre il numero di nuovi contratti supera quello delle cessazioni, è un segnale positivo che non cambia la tendenza complessiva". Il governo quindi agisce in tre direzioni: "Bisogna aumentare il ritmo di crescita del Pil perché senza nuova produzione non c'è nuova occupazione. Poi con le Regioni stiamo predisponendo un piano straordinario per le politiche attive del lavoro", infine bisogna "sostenere settori come l'edilizia in cui ci sono ancora aziende che rischiano di chiudere", conclude Giovannini."Le previsioni che abbiamo davanti, anche per gli effetti di una ristrutturazione e riorganizzazione del sistema industriale e produttivo, sono di una prosecuzione di questa riduzione dell'occupazione e di un aumento dei licenziamenti e delle difficoltà". Lo ha detto, a margine di un incontro a Bologna, il segretario della Cgil Susanna Camusso commentando i dati Istat sulla disoccupazione. "Per questo - rimarca Camusso - diciamo che non c'è una svolta politica se non si parte dal tema della creazione di lavoro e dell'investimento su questo perchè non basta tenere in ordine i costi"."I dati di novembre mostrano ancora occupati in diminuzione (-448mila in un anno) e disoccupati in aumento (+351 mila), con il tasso di disoccupazione che arriva al 12.7%. I giovani disoccupati sono 659mila, circa uno su 10, anch'essi in aumento nell'ultimo anno. Il 2013 si è confermato come anno difficilissimo per l'occupazione". Lo sostiene in una nota il Segretario confederale della Cisl Luigi Sbarra, commentando i dati Istat di oggi.In cinque anni di crisi, le ore autorizzate di cassa integrazione dall'Inps sono state circa 5,3 miliardi. Lo sottolinea la Uil con il segretario confederale Guglielmo Loy, che sottolinea come la cassa in deroga, con oltre 1,4 miliardi di ore abbia avuto un'incidenza media del 27,4%. "Secondo le nostre stime - afferma - i posti di lavoro "salvati" nel 2013, sono stati circa 527 mila (pari a 2 punti di tasso di disoccupazione), di cui 137 mila coperti dall'utilizzo della cig in deroga. Accanto a questi dati, c'è l'altra faccia della medaglia. Quella di un consistente numero di lavoratori che, perdendo il posto di lavoro, ha fatto domanda di Aspi. Di fronte a questi dati, non si può che auspicare una rapida ripresa del nostro sistema economico attraverso la messa in attodi politiche ad hoc e, nel brevissimo termine, assicurare per il 2014, un congruo stanziamento di risorse per la cassa in deroga di cui ancora massicciamente si fa richiesta"."Ciò che è rimasto dell'art.18, dopo lo "smontaggio" operato dalla riforma Fornero, è stato tragicamente surclassato dalla realtà, come dimostrano i dati sulla disoccupazione". È quanto dichiara il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella, in merito alle rilevazioni Istat sul lavoro che vedono ancora in crescita al 41,6 per cento la disoccupazione giovanile. "Ecco perchè - aggiunge il sindacalista - il neo segretario del Pd, Matteo Renzi, non riesce a convincerci con la sua idea di sospendere l'articolo 18 per i neoassunti". Per Centrella "la disoccupazione cresce, perchè le aziende chiudono e/o delocalizzano, perchè il mercato interno e i consumi sono da tempo fermi, perchè i settori industriali strategici vanno in crisi e le tasse aumentano. Quindi, sarebbe inutile e soprattutto discriminatorio togliere ai giovani una garanzia, il cui potenziale è stato già in gran parte neutralizzato".
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