giovedì 9 settembre 2021
Si moltiplicano le attività formative per colmare il divario tra le competenze possedute e quelle richieste dalle imprese. Intanto Capgemini cerca 1.100 risorse
Il digitale offre anche occasioni di lavoro

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Resta alto il divario tra le competenze possedute dai lavoratori italiani e quelle richieste nel mondo delle imprese. In particolare quelle che riguardano il digitale e l’ambito Stem (Scienze, Tecnologie, Ingegneria e Matematica). Secondo il Cedefop (l’Agenzia dell’Unione Europea che si occupa di istruzione e formazione professionale), a fine 2020 i posti vacanti in ambito Ict hanno toccato quota 135mila (750mila in tutta Europa) e la causa principale di questa cifra è proprio il gap tra domanda di professionisti con competenze adeguate e offerta che, purtroppo, non soddisfa le richieste. Nonostante l’occupazione nelle professioni scientifiche nel nostro Paese aumenterà del 4% entro il 2050 e, per la Oxford University, nei prossimi cinque anni in Europa si creeranno 9,5 milioni di nuove opportunità nell’intelligenza artificiaIe, nel coding e nell’Internet delle cose.

Ma dove ha origine questo scollamento? La scuola sembrerebbe essere una delle principali responsabili. Secondo un recente osservatorio svolto su oltre 3mila studenti degli istituti superiori, il percorso formativo proposto dalle scuole soddisfa pienamente solo il 7% degli studenti. Insoddisfazione che spinge il 52% di loro a formarsi in ambito tecnologico e digitale al di fuori del percorso di studi. Un “fuori” che si traduce per il 59% di loro nel seguire corsi e tutorial su YouTube. E all’Università le cose non vanno di certo meglio. Solo l'1% dei laureati italiani ha un titolo in ambito Ict (peggior posizione nell’Ue) e gli specialisti in Ict sono solo il 3,6% dell’occupazione totale a confronto della media europea che si attesta al 4,2%. «Sono dati allarmanti che devono far riflettere seriamente sul futuro del nostro sistema scolastico – spiega Pietro Novelli, Country Manager Italia di Oliver James –. Ancor più se si guardano i dati emersi da una ricerca condotta dal World Economic Forum secondo cui il 65% dei bambini che oggi si trovano sui banchi di scuola al termine degli studi svolgerà un lavoro che oggi non esiste ancora. Tra due anni, infatti, il 25% delle posizioni lavorative aperte riguarderà proprio nuove professioni, tutte ascrivibili al mondo digitale, sia che si tratti di esperti di intelligenza artificiale, analisti di big data, e esperti di cyber security, solo per fare alcune dei lavori più comuni che si svilupperanno».

Secondo il Digital Economy and Society Index (Desi) stilato dalla Commissione europea, l'Italia è in ritardo anche con la connettività rispetto agli altri Stati dell'Ue: siamo al 17esimo posto, con una copertura Ftth (la fibra ottica fino alla porta di casa) al 30% in termini di unità immobiliari cablate. Divari culturali e strutturali che speriamo di riuscire a colmare con le risorse del Pnrr. Ma soprattutto con la formazione. In Italia, per esempio, solo il 20% dei lavoratori partecipa ad attività formative, la metà rispetto alla media Ocse, e la percentuale scende al 9,5% per gli adulti con competenze basse e al 5,4% per i disoccupati di lunga durata. Il fatto che poche persone abbiano possibilità di formazione permanente incide quindi negativamente sul tasso di occupabilità e sulla competitività delle aziende. Ecco spiegato il divario tra competenze dei lavoratori, bisogni del mercato e processi di trasformazione. Tanti, tuttavia, i buoni esempi. Come Digitalmec, con il patrocinio del ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, il progetto di alfabetizzazione digitale rivolto ai lavoratori dell’industria metalmeccanica e della installazione di impianti sviluppato da Federmeccanica, Assistal, Fim, Fiom e Uilm, in attuazione del contratto nazionale firmato il 5 febbraio 2021. Oppure la scuola di coding senza prof e rette, portata in Italia dalla Luiss Guido Carli, con l’obiettivo di formare una nuova generazione di innovatori, in grado di guidare la transizione digitale. «Con 42 Roma Luiss abbiamo portato in Italia un modello educativo che consentirà anche dal prossimo gennaio ai più meritevoli di apprendere, gratuitamente, i segreti del digitale. Dopo una selezione molto rigorosa verranno, infatti, individuati 150 ragazze e ragazzi che contribuiranno alla trasformazione tecnologica del nostro Paese per vincere la grande sfida dell’innovazione che ci aspetta», dichiara Giovanni Lo Storto, direttore generale dell’Università Luiss Guido Carli. Per le date delle selezioni: www.42roma.it. Mentre dalla collaborazione fra Umana e Scuola Futuro Lavoro, l’Istituto di Alta Formazione in ambito digitale che valorizza le abilità di studenti con sindrome di Asperger, prende avvio Inclusive Insight, il progetto che punta a formare giovani professionisti da inserire lavorativamente nei processi di Quality Assurance delle aziende, dunque nel cuore dei loro sistemi produttivi. Per iscrizioni: collocamentomirato@umana.it.

Intanto Capgemini conferma il proprio progetto di crescita in Italia attraverso l’inserimento durante il secondo semestre del 2021 di oltre 1.100 nuove risorse per le sedi di Torino, Milano, Venezia, Bologna, Roma e Napoli. «Capgemini crede che l’acquisizione di talenti sia una delle leve fondamentali per eccellere sul mercato, per questo abbiamo definito un piano di assunzioni rivoto a giovani e professionisti in possesso delle competenze adatte a sostenere la nostra ambizione di essere partner strategico di tutte le organizzazioni impegnate in un percorso di trasformazione tecnologica - afferma Andrea Falleni, amministratore delegato di Capgemini Italia -. Chi entra in Capgemini si trova inserito in una cultura che alimenta il talento attraverso un ambiente di lavoro dinamico, variegato e inclusivo, che consente ad ogni persona di esprimersi in maniera autentica, beneficiare di un apprendimento continuo e contribuire al miglioramento della società attraverso la piena valorizzazione della potenzialità offerte dalle nuove tecnologie». Per proporre la candidatura: https://capgemini-engineering.com/it/it/carriera/invia-la-tua-candidatura/. Infine Witailer (https://www.witailer.com/), una start up nata per aiutare le aziende ad aumentare le vendite on line, è alla ricerca di otto nuovi talenti per la sede di Milano (Via Nino Bixio 7, zona Porta Venezia) più uno per la sede di Barcellona. Tra le figure richieste: .Net developer, senior business development manager, recruiting coordinator, business insights analyst, account manager (Italia e Spagna), sales account executive, Amazon & Marketplace e advertising lead.

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