lunedì 23 novembre 2020
Tenore di vita in picchiata e preoccupazioni per il futuro. La pandemia acuisce le diseguaglianze. Cresce la concentrazione della ricchezza nelle mani di 1,5 milioni di persone benestanti
Le donne sono state le più colpite dalla crisi occupazionale legata alla pandemia

Le donne sono state le più colpite dalla crisi occupazionale legata alla pandemia - Fotogramma

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Cinque milioni di italiani hanno difficoltà a mettere in tavola un pasto decente, 7 milioni e 600mila hanno avuto un peggioramento del tenore di vita. Il 60% degli italiani ritiene che la perdita del lavoro, o del reddito,sia un evento possibile che lo può riguardare nel prossimo anno". La crisi economica innescata dalla pandemia ha agito come un acceleratore dell'impoverimento di alcune fasce della popolazione. È quanto emerge dal Secondo Rapporto Censis-Tendercapital sui Buoni Investimenti "La sostenibilità al tempo del primato della salute". Per quanto riguarda il gender gap, tra uomini e donne ci sono 20 punti di differenza nel tasso di occupazione e, in questo periodo, il tasso di occupazione delle donne è diminuito quasi del doppio rispetto a quello degli uomini.

Il rapporto evidenzia poi anche differenze generazionali: tutti i fenomeni di riduzione dell'occupazione colpiscono di più i giovani rispetto ai lavoratori adulti. Il gap generazione si è quindi ampliato. Differenze anche nell'accesso al web, con il 40% di famiglie a basso livello socio economico che non ha accesso alla rete. Secondo il rapporto il quadro che emerge è preoccupante: usciremo dalla pandemia con una società più diseguale, sia in termini di redditi e patrimoni, sia per quanto riguarda le altre differenze. Sono 23,2 milioni gli italiani che hanno dovuto fronteggiare delle difficoltà con redditi familiari ridotti, mentre sono 600mila le persone in più tra i poveri. Duemilioni sono già stati duramente colpiti nella prima ondata della pandemia, mentre nove milioni di italiani hanno integrato i redditi da familiari o banche.

L'altra faccia della medaglia è la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. I cittadini benestanti nel nostro Paese sono 1,5 milioni e detengono un patrimonio finanziario complessivo di 1.150 miliardi di euro, aumentato del 5,2% negli ultimi due anni: una cifra pari a tre quarti del Pil del Paese atteso nel 2020. È la fotografia della classe agiata, gli italiani con un patrimonio finanziario superiore a 500.000 euro (valore medio:760.000 euro), che scaturisce dal un altro rapporto Censis il 3° Rapporto Aipb-Censis "Investire nel futuro dell'Italia oltre il Covid-19", realizzato per Aipb (Associazione Italiana Private Banking). Il 75% di loro si dice pronto a finanziare con i propri capitaliprivati investimenti di lungo periodo per la rinascita economicadell'Italia dopo il Covid-19.

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