venerdì 3 aprile 2020
Un'impresa di Tempe, in Arizona, che da quarant'anni fa cavi audio-video, si chiama come la malattia del coronavirus. Il manager: «A nessuno piace chiamarsi come una pandemia. Ma non cambieremo nome»
La sede di Covid a Tempe, in Arizona

La sede di Covid a Tempe, in Arizona - Google Maps

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Agli algoritmi di Google risulta che in queste settimane di lockdown gli italiani stiano usando ossessivamente il motore di ricerca per avere informazioni su una piccola azienda di Tempe, in Arizona, che si occupa da quasi quarant’anni di cavi per connessioni audio-video. L’impennata di ricerche su questo produttore di articoli elettronici sarebbe assolutamente inspiegabile, se non fosse che l’azienda ha la sfortuna di condividere il suo nome con quello della malattia da coronavirus.

Lo scorso 11 febbraio, quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato che finalmente aveva un nome per la malattia che sarebbe diventata la prima pandemia del millennio, Norm Carson, presidente della Covid Inc di Tempe, era ad Amsterdam, per partecipare alla più grande fiera internazionale del settore cavi audio-video. «Quando ce l’hanno detto l’ho trovato molto sorprendente» ha detto Carson intervistato da Slate. «Guarda – spiega il manager – abbiamo davvero lavorato duro per costruire un’azienda in una buona imprese che ha un buon nome e un buon marchio. Penso avere il proprio nome associato a una pandemia come questa non piacerebbe a nessuno».

Tra l’altro, quando nacque l’azienda di Tempe si chiamava Vid Co., ma cambiò nome perché c'erano altre società americane che si chiamavano così. Nonostante la pandemia Covid non cambierà il suo nome: «Non ci pensiamo neanche. È una sfortuna, forse oggi qualcuno penserà che siamo collegati al virus. Ma non credo che chi ci conosce ci assocerà alla malattia».



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