giovedì 7 febbraio 2019
Nasce 51 anni fa come azienda di coltivazione e lavaggio di ortaggi della Piana del Fucino, in Abruzzo. Dal 1990 punta al recupero di "scarti" per produzioni alimentari e biogas
Così il sottoprodotto diventa risorsa
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L’Aureli Mario S.S. agricola dei Fratelli Aureli nel 2018 ha compiuto 50 anni di esercizio e nasce dall’idea imprenditoriale di Mario Aureli quale semplice azienda di coltivazione e lavaggio di ortaggi della Piana del Fucino, in Abruzzo. È un’azienda a carattere familiare costituita dai coniugi Mario e Rosanna Aureli, attualmente gestita dai tre figli Walter, Alessandro e Andrea. Walter Aureli gestisce la produzione industriale, Ricerca e Sviluppo, l’Assicurazione Qualità ed il settore delle energie rinnovabili mentre Andrea Aureli ha la gestione della coltivazione e dei Reparti Fresco e IV gamma. Alessandro Aureli ha la gestione amministrativa e commerciale dell’azienda.

Appena nata, nel 1968, l’azienda vendeva il prodotto grezzo, già dopo il primo anno di attività è stata implementata l’attività, creando il primo centro di condizionamento del Fucino, dove si è incominciato a produrre carote fresche in busta e alla rinfusa.

Spinti da una visione lungimirante della proprietà, si è arrivati nel tempo, alla trasformazione dei prodotti aziendali e all’organizzazione della produzione secondo la metodologia “dell’economia circolare”. Nel 1990 Aureli incomincia questa nuova l’avventura lanciando sul mercato il primo succo di carota italiano 100% prodotto nel Fucino, direttamente dal recupero degli “scarti” di lavorazione. Il succo conquista da subito i mercati del Nord Europa grazie alle caratteristiche organolettiche della materia prima coltivata nella fertile vallata dell’antico lago del Fucino.

Dagli anni 2000 Aureli incomincia attivamente la sua avventura nelle esportazioni, conquistando svariati mercati annoverando a oggi oltre 60 Paesi esteri quale importanti sbocchi di mercato. Ma le sfide non finiscono in quanto alla fine di tutti questi processi di trasformazione, gli scarti inutilizzabili ai fini di produzioni alimentari, sono immessi in un imponente impianto a bio masse per la produzione di energia: energia elettrica nonché recupero di energia termica. L’ultimo passaggio è il recupero dello scarto degli ortaggi fermentati – digestato – che è un valido concime naturale per le coltivazioni.

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