lunedì 28 novembre 2022
L'azienda investirà un miliardo di dollari all'anno per produrre pellicole da portare sul grande schermo. Potrà sfruttare il marchio James Bond, grazie alla conquista di MGM nel 2021
Amazon sfida i giganti del cinema
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Amazon lancia la sfida alle grandi case cinematografiche. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia Bloomberg, il principale sito di commercio elettronico del mondo dal 2023 investirà un miliardo di dollari all’anno in produzioni di film originali per il cinema (tra i 12 e i 15 all’anno), un budget simile a quello di grandi produttori come Universal e Warner Bros. anche se lontano da quello del gigante Disney.

Già negli anni scorsi Amazon attraverso i suoi Amazon Studios ha avuto successo con la produzione di film il cinema. Ha prodotto e co-distribuito tra gli altri Manchester by the Sea, che ha vinto il premio Oscar per il miglior attore (Casey Affleck) e per la migliore sceneggiatura, e il film iraniano The Salesman, che ha vinto l’Oscar per la migliore pellicola straniera.

Lo scorso anno Amazon ha comprato per 8,45 miliardi di dollari Metro Goldwin Mayer (MGM), storico produttore con un catalogo di oltre 4mila film (compresi successi mondiali come James Bond, Robocop, Rocky e Il Silenzio degli innocenti). Aumentare gli investimenti sulla produzione cinematografica permetterà al gruppo prima di tutto di sfruttare il marchio 007 e quindi produrre i prossimi episodi delle avventure di James Bond.

Sono giorni intensi per l’industria del cinema. Pochi giorni fa, Matt Damon e Ben Affleck, due degli attori di maggiore successo di Hollywood, hanno annunciato il lancio di una loro casa di produzione – chiamata Artists Equity – per fare film di qualità sottraendo la creatività dei professionisti del cinema alle esigenze dei grandi operatori come Netflix. Il fondo di investimento RedBird li ha finanziati con 100 milioni di dollari.

Proprio Disney una settimana fa ha richiamato al comando Robert A. Iger, che l’ha guidata dal 2005 al 2020, e licenziato Bob Chapek, che lo aveva sostituito. Tra i motivi del cambio, le perdite da 1,5 miliardi di dollari in tre mesi del servizio di streaming Disney+.



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