giovedì 1 settembre 2022
Allarme congiunto delle rivali Granarolo e Lactalis Italia: costi di produzione insostenibili, impossibile contenere gli effetti dei rincari, ora il governo intervenga
Confezioni di latte lungo una linea produttiva

Confezioni di latte lungo una linea produttiva - Lavazza

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«È necessario un intervento urgente del governo per contenere un aumento dell’inflazione scatenato da questioni geopolitiche e da evidenti fenomeni speculativi». A chiederlo sono il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari, e l’amministratore delegato di Lactalis Italia, Giovanni Pomella.

Il settore lattiero-caseario è uno dei più colpiti dalla corsa dei prezzi dell’energia che da oltre un anno interessa l’agroalimentare italiano, come tutti gli altri settori produttivi. Complice l'aumento dei costi energetici, il rischio è che nei prossimi mesi le imprese non saranno più in grado di intervenire attraverso le coperture straordinarie con le quali hanno arginato finora le ricadute della corsa dei costi di produzione sui consumatori finali.

Nonostante le misure adottate per fronteggiare l’emergenza, il costo del latte ha raggiunto gli 1,75-1,80 euro al litro e c’è il serio rischio che salga ulteriormente entro dicembre 2022, fino a sfondare i 2 euro al litro.

Per gli imprenditori la situazione è diventata insostenibile e a denunciarlo sono proprio gli esponenti dei due maggiori gruppi della filiera lattiero-casearia italiana, Granarolo e Lactalis Italia (che controlla marchi come Parmalat e Galbani), che si sono fatti portavoce di migliaia di imprese in difficoltà.

Le due compagnie, leader nella produzione e distribuzione di latticini Made in Italy, registrano nel nostro Paese un fatturato annuo rispettivamente di 1,3 e 2,5 miliardi di euro. Rivali sul mercato, si sono alleate in una situazione di inedita emergenza: «Un’inflazione al 200% che si protrae nel tempo è insostenibile – nota Calzolari – per questo come imprenditori abbiamo messo da parte la rivalità di mercato ed abbiamo unito il nostro appello al mondo politico per ribadire la necessità di intervenire responsabilmente a tutela dell’intera filiera e del consumatore».

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