martedì 25 aprile 2017
Al referendum del 24 aprile vittoria schiacciante del No al pre-accordo tra sindacati e azienda. I sindacati: evitare decisioni traumatiche
Foto di Antonio Calanni (Ansa)

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Alitalia si avvia al commissariamento. Dopo che il referendum di ieri ha bocciato senza appello il pre-accordo siglato tra sindacati e azienda per il salvataggio della compagnia, si è riunito stamani il Cda dell'azienda. "Data l'impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione", si legge nel comunicato finale, il Cda ha "deciso di avviare le procedure previste dalla legge e ha convocato un'assemblea dei soci per il 27 aprile al fine di deliberare sulle stesse". Si tratta del primo passo verso l'amministrazione straordinaria. L'assemblea potrebbe slittare, in seconda convocazione, al 2 maggio.


Verso il commissariamento

A questo punto il prossimo passaggio, in assemblea il 2 maggio, sarà l'uscita dei soci per consegnare di fatto le chiavi dell'azienda al governo. Una volta formalizzata la richiesta, il ministero dello Sviluppo Economico procederebbe con la nomina di uno o più commissari (fino a 3). Senza acquirenti o nuovi finanziatori al commissario non resterebbe che chiedere il fallimento della compagnia, con la conseguente dichiarazione di insolvenza da parte del Tribunale. Il curatore fallimentare inizierebbe la procedura liquidatoria, con 2 anni di cassa integrazione, Naspi e quindi disoccupazione per i lavoratori, contestualmente la cessione "spezzatino" degli asset della compagnia. Secondo alcuni calcoli, i costi della liquidazione di Alitalia ammonterebbero a un miliardo di euro.

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Alitalia come Parmalat e Ilva

Alitalia 2017 come Alitalia 2008, come Parmalat 2003, come Ilva 2015. La strada è quella tracciata dalla legge Marzano (dal nome dell'allora ministro delle attività produttive) sull'Amministrazione Straordinaria delle grandi aziende in crisi considerate di interesse nazionale. Alitalia è già passata da un commissariamento nel 2008 con il tributarista Augusto Fantozzi commissario straordinario. All'epoca, prima di nominare Fantozzi, il Governo aveva emendato ed esteso la legge Marzano ad Alitalia per permettere il salvataggio della compagnia di bandiera. La legge Marzano è stata promulgata nel 2003 per salvare la Parmalat dal fallimento dopo lo scandalo che ha visto il patron Callisto Tanzi condannato insieme ad altri dirigenti per bancarotta fraudolenta. Il commissario Enrico Bondi salvò l'azienda con un piano lacrime e sangue pagato dai dipendenti e dai risparmiatori che avevano azioni Parmalat. Portata di nuovo da Bondi a macchina per utili Parmalat è stata poi conquistata dal gruppo francese Lactalis. La Marzano è stata estesa dal governo Renzi anche al Gruppo Ilva che attualmente è in attesa che Governo e Commissari scelgano il vincitore della gara per l'acquisizione dei suoi asset fra le due cordate di investitori che la contendono.

I passi che attendono Alitalia

L'assemblea dei soci del 27 aprile (o del 2 maggio) avvierà le procedure per chiedere l'ammissione all'amministrazione straordinaria. Spetta poi al presidente del Consiglio nominare con un decreto l'organo commissariale che può essere composto da uno fino a tre commissari. Da quel momento una parte importante dei pagamenti vengono "congelati", si continuano a pagare gli "stipendi", e l'obiettivo è quello di migliorare l'operatività, ristrutturare l'azienda per poter poi venderla al meglio. Ci possono essere due vie.

1) Arrivare a un concordato, cioè un accordo, con i creditori e poi andare avanti.

2) La seconda ipotesi, più probabile, è quella di cercare un acquirente, con il passivo in capo alla procedura concorsuale e l'attivo ceduto ai nuovi acquirenti (il prezzo eventuale pagato dal nuovo acquirente sarebbe poi distribuito ai creditori secondo ordini
di precedenza stabiliti per legge).

3) In mancanza di nuovi acquirenti o nuovi finanziatori (o un intervento dello Stato) il commissario (o i commissari) dovrebbero chiedere il fallimento della società con la dichiarazione di insolvenza da parte del Tribunale.

4) Una cosa da chiarire è se il governo sarà disponibile a dare un supporto economico, anche se temporaneo, per permettere la continuità aziendale. L'incontro al ministero dello Sviluppo economico si terrà dopo l'assemblea dei soci di Alitalia. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha detto che si esclude la nazionalizzazione della compagnia. Il governo, per altro, dopo la decisione degli azionisti, dovrà applicare la legge per tutelare i lavoratori con gli ammortizzatori sociali.



L'Enac: ci sono le condizioni per mantenere la piena operatività

L'Enac, Ente nazionale per l'aviazione civile, ha confermato di aver ricevuto dal Consiglio di amministrazione dell'Alitalia la decisione di avviare la procedura per il commissariamento della compagnia, e ha preso atto che «al momento esistono le condizioni per il mantenimento della piena operatività di Alitalia, su cui l'Ente continuerà a mantenere la propria vigilanza istituzionale».

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I sindacati: evitare decisioni traumatiche

Ieri i dipendenti di Alitalia hanno bocciato il pre-accordo siglato tra sindacati e azienda per il salvataggio della compagnia. Su un totale di 10.101 votanti, i No sono stati 6.816, pari a oltre il 67%, e i Sì 3.206. "È stata una votazione sofferta ma decisa, contro un'azienda che poco ha fatto finora per risollevare le proprie sorti" hanno dichiarato Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Ugl Trasporto aereo. "Attendiamo le valutazioni e decisioni degli azionisti e del governo - proseguono i sindacati - nella consapevolezza di cercare sino all'ultimo ogni soluzione possibile per evitare decisioni che sarebbero traumatiche e non più modificabili".

"È una situazione difficile e complicata. Ma noi speriamo che il commissariamento di Alitalia sia la strada per un nuovo piano industriale credibile e per un rilancio della nostra compagnia, coinvolgendo anche tutti i dipendenti di Alitalia attraverso una partecipazione responsabile alle scelte dell'azienda e valorizzando tutte professionalità" presenti nella compagnia", ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, secondo cui "vanno fatti tutti gli sforzi possibili da parte delle istituzioni ed anche da parte delle banche" perché "la chiusura di Alitalia o la sua vendita a pezzi vanno scongiurate in tutti i modi possibili nell'interesse dei dipendenti, dell'indotto e di tutto il sistema paese".

Secondo la segretaria nazionale della Cgil, Susanna Camusso, l'esito del referendum ha dimostrato "la sfiducia in un'azienda che ha continuato a passare di ristrutturazione in ristrutturazione, in particolare con compromessi di rilancio senza esito nell'occupazione e che non si sono mai tradotti nella realtà", mentre il Paese ha bisogno di una vera politica industriale. Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, spera ancora in una trattativa per salvaguardare il lavoro di 12mila persone: "Cercheremo - ha detto - di fare tutto il possibile".


Cosa prevedeva il pre-accordo bocciato dai lavoratori

Sono 3 i punti principali del pre-accordo firmato il 14 aprile tra Alitalia e sindacati per salvare la compagnia aerea.

1) RIPATRIMONIALIZZAZIONE DI 2 MILIARDI

Il documento si basa sulla situazione di crisi economico-finanziaria, sulla disponibilità degli azionisti a una ripatrimonializzazione di 2 miliardi (di cui 900 milioni di nuova finanza), sul piano industriale approvato dal cda che prevede una crescita dei ricavi e una significativa riduzione dei costi (di cui un terzo sul costo del lavoro), sull'immissione di risorse finanziarie propedeutica al rilancio della società. Su tali basi il verbale prevede la necessità di accelerare la crescita dei ricavi, in particolare con l'inserimento di nuovi aeromobili per il lungo raggio.

2) ESUBERI

Gli esuberi previsti per il personale a tempo indeterminato scendono da 1.338 a 980, attraverso il superamento "dei progetti di esternalizzazione delle aree manutentive e di altre esternalizzazioni", il ricorso alla Cigs entro il maggio 2017 per due anni, l'attivazione di programma di politiche attive del lavoro (riqualificazione e formazione del personale) e misure di incentivazione all'esodo, e miglioramenti diproduttività ed efficienza" da definire in ambito aziendale entro maggio.

3) PERSONALE NAVIGANTE

La riduzione della retribuzione del personale navigante, originariamente da un minimo del 24% a un massimo del 30%, nel verbale è prevista all'8%. I tagli chiesti al personale navigante scendono da 369 milioni nell'arco di 5 anni a 258. E sempre per il personale navigante il verbale prevede "scatti di anzianità triennali con il primo scatto nel 2020, un tetto di incremento retributivo in caso di promozione pari al 25%, l'applicazione ai neoassunti dei livelli retributivi "cityliner (il vettore del breve raggio) indipendentemente dall'aeromobile d'impiego". In relazione alla produttività è prevista la riduzione di un'assistente di volo negli equipaggi a lungo raggio (Boeing 777). È poi prevista una riduzione dei riposi dai 120 annuali a 108 con minimo di 7 al mese. Si annunciano esodi incentivati per piloti e assistenti di volo. Per il personale navigante ci sarà poi il superamento e riproporzionamento delle fasce di indennità di volo oraria per il personale part-time. E al termine dei contratti di solidarietà saranno valutate le possibilità di trasformazione del part-time in base alle esigenze aziendali.

Alitalia come Parmalat e Ilva


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