mercoledì 3 maggio 2017
Il governo nomina la terna di commissari e stanzia prestito ponte da 600 milioni. Il ministro Calenda: Alitalia è costata 8 miliardi agli italiani
Il ministro Calenda, il premier Gentiloni e il ministro Delrio

Il ministro Calenda, il premier Gentiloni e il ministro Delrio

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Tre commissari, seicento milioni di euro e sei mesi di tempo per trovare una soluzione per Alitalia. Ieri sera il governo con il decreto di ammissione di Alitalia all'amministrazione straordinaria (chiesta in mattinata dai soci) ha nominato un collegio commissariale composto dall'ex direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, dal commissario dell'Ilva Enrico Laghi e dall'esperto di trasporto aereo Stefano Paleari. Intanto oggi i ministri Calenda e Delrio auspicano una soluzione a breve scadenza.

Calenda: Alitalia è già costata agli italiani 8 miliardi, priorità è vendita

La priorità è trovare un acquirente per Alitalia: tra 15 giorni i commissari potranno aprire alle manifestazioni di interesse. Lo ha ha detto parlando a Radio Anch'io il ministro per lo Sviluppo Carlo Calenda, sottolineando che i 600 milioni stanziati per il prestito ponte sono il male minore e che Alitalia sinora è costata oltre 8 miliardi agli italiani. "Cercheremo come prioritario il fatto che si compri l'insieme dell'azienda in un contesto in cui si cerchi di rilanciarla" ha detto Calenda. "Il Governo ha escluso la nazionalizzazione di Alitalia e credo che i cittadini, che hanno pagato 7,5 miliardi, più questo prestito ponte, quindi 8 miliardi" per Alitalia, "siano molto attenti a come vengono usati i loro soldi. I 600 milioni di prestito ponte concessi dallo Stato ad Alitalia sono un "male necessario,inevitabile, perché mettere gli aerei a terra dalla sera alla mattina costerebbe molto di più a contribuenti italiani" ha aggiunto il ministro dai microfoni di Radio Anch'io, ricordando che "ci sono 4,9 milioni di prenotazioni di biglietti Alitalia e la compagnia ha una quota di mercato rilevante nel paese".

Delrio: speriamo non si arrivi a vendita spezzettata

"È un prestito oneroso, lo Stato conta di rientrare, ma soprattutto contiamo di trovare un compratore che mantenga il valore dell'azienda il più possibile intatto, cioè l'azienda unita e non spezzettata". Lo ha detto il ministro dei trasporti Graziano Delrio parlando di Alitalia a Uno Mattina. Il compito dei commissari, ha precisato Delrio, è "risanare e anche trovare un potenziale compratore". "Coloro che hanno prenotato aerei, coloro che vogliono continuare a prenotare con Alitalia lo potranno fare tranquillamente. Quindi garantiamo i voli, garantiamo le connessioni" ha aggiunto Delrio. "I commissari hanno il compito di ristrutturare l'azienda e hanno il compito soprattutto, questo è importante per il governo, di mantenere i diritti dei passeggeri a volare", ha sottolineato il ministro, aggiungendo poi che un'ulteriore parte del compito sarà quella di "trovare anche un potenziale compratore".

Tre commissari per salvare Alitalia. Ecco chi sono

Luigi Gubitosi, napoletano, classe 1961, Gubitosi è già in Alitalia dal 15 marzo scorso, quando il cda della compagnia lo ha cooptato come membro del consiglio e lo ha designato come presidente esecutivo per guidare il rilancio. Nomina però mai avvenuta, essendo stata vincolata al finanziamento del piano che però è stato bloccato dall'esito del referendum: ora anziché guidare la 'fase duè, Gubitosi gestirà l'amministrazione straordinaria. Prima di arrivare a Fiumicino, il manager napoletano è stato per tre anni direttore generale della Rai: dal luglio 2012 all'agosto 2015, quando ha lasciato il posto ad Antonio Campo Dall'Orto. Laureato in giurisprudenza alla Federico II, con studi alla London School of Economics and Political Science e un master in Business Administrational l'Insead di Fointanebleau, Gubitosi ha iniziato la sua carriera nel Gruppo Fiat, dove dal 1986 al 2005 ha ricoperto diversi incarichi. Dal 2005 l'avventura nel settore delle tlc,entrando come chief financial officer in Wind Telecomunicazioni,di cui è stato a.d. dal 2007 al 2011. Prima di entrare in Rai è stato anche country manager e responsabile della divisione corporate and investment banking di Bank of America Merrill Lynch.


Enrico Laghi, romano, classe 1969, Laghi è dal 2015 commissario straordinario di Ilva, insieme a Piero Gnudi e Corrado Carrubba. Laghi è anche già a piena conoscenza delle attuali difficoltà di Alitalia grazie all'attività svolta in questi mesi, da quando la questione è diventata di attenzione del Governo, avendo ricoperto il ruolo di presidente di Midco e membro del cda di Cai. Per evitare qualsiasi, anche potenziale, conflitto di interesse, Laghi sarebbe pronto a dimettersi dalle cariche in Midco, CAI e Unicredit. Allo stesso modo, Laghi valuterà nel più breve tempo possibile di rimettere gli incarichi che non gli consentissero di dedicare la massima attenzione e impegno al suo ruolo in Alitalia. Dottore commercialista e revisore contabile, Laghi è professore ordinario di economia aziendale e presidente del corso di laurea magistrale in Economia Aziendale presso l'Università La Sapienza di Roma. Laghi ha una profonda e approfondita conoscenza delle dinamiche legali e amministrative del regime di amministrazione straordinaria. La sua esperienza nel settore, oltre all'attuale carica di Commissario Straordinario ricoperta per Ilva, è stata già richiesta in casi complessi come quello di Seat Pagine Gialle(Commissario Giudiziale).

Stefano Paleari, milanese, classe 1965, Paleari, ingegnere e docente universitario, porta in Alitalia la sua esperienza in campo accademico. Ex presidente della Conferenza dei Rettori italiani (dal 2013 al 2015) è stato anche scelto per guidare il comitato per Human Technopole di prossima costituzione per l'area post Expo. Attualmente professore ordinario di Analisi dei Sistemi Finanziari presso l'Università di Bergamo, Paleari è stato anche rettore dell'Università di Bergamo dal 2009 al 2015. Laureato con Lode in ingegneria nucleare presso il Politecnico di Milano nel 1990, nel 1996 è stato ricercatore in ingegneria gestionale presso l'Università di Bergamo per poi essere nominato nel 1998 professore associato in Economia ed Organizzazione Aziendale presso il Politecnico. Dal 2006 è direttore scientifico dell'ICCSAI (International Center for Competitiveness Studies in the Aviation Industry). E nel 2006 ha anche fondato Universoft, azienda "spin off" dell'Università di Bergamo operante nel campo dell'analisi finanziaria e dello studio dei mercati borsistici mediante la creazione e l'uso di database proprietari.


Il commissariamento varato da cda e soci

Il primo passo verso il commissariamento è stato fatto ieri in mattinata quando si sono riuniti, in conference call, l'assemblea dei soci (Etihad al 49% e Cai al 51%) e il consiglio di amministrazione di Alitalia per dare il via libera all'amministrazione straordinaria, dopo la bocciatura da parte dei lavoratori al piano industriale. Il cda ha dato parere positivo all'unanimità. Adesso la palla passa al governo che dovrà nominare i commissari. L'esecutivo si prepara anche ad erogare un prestito ponte di 600 milioni (il doppio della cifra circolata in un primo momento) per i prossimi sei mesi. Il ministero dello Sviluppo economico e quello dell'Economia hanno lavorato al decreto per aprire la procedura di commissariamento e contestualmente nominare i commissari. Alle 18 c'è stato il Consiglio dei Ministri.

>>> NESSUN RISCHIO PER I PASSEGGERI


L'assemblea degli azionisti di Alitalia ha diffuso una nota nella quale ha voluto fornire rassicurazioni sul fronte dell'operatività dei voli: non subiranno alcuna modifica e continueranno secondo la programmazione prevista. Ma al tempo stesso ha voluto sottolineare di aver "preso atto con grande rammarico dell'esito del referendum tra i propri dipendenti, che ha di fatto precluso l'attuazione del rilancio e della ristrutturazione della società" con il quale "i soci italiani ed Etihad, si erano resi disponibili a finanziare il piano industriale per 2 miliardi di euro, attraverso forti investimenti e una riduzione dei costi strutturali che, per due terzi, non erano relativi al costo del personale". I soci avevano condizionato la disponibilità alla ripatrimonializzazione e al rifinanziamento ad un accordo con le organizzazioni sindacali - precisa la nota - venuto meno con l'esito del referendum tra i dipendenti.

In assenza di un supporto per la ristrutturazione della compagnia, Etihad non continuerà a investire in Alitalia, ha detto il presidente del vettore, James Hogan, attraverso una dichiarazione diffusa via mail. "Non siamo preparati a continuare a investire", ha scritto Hogan, "supportiamo la decisione necessaria del board di Alitalia di presentare istanza per l'amministrazione straordinaria".


Il prestito ponte da 600 milioni

Il governo italiano ha concordato con Bruxelles di non considerare aiuto di Stato il prestito ponte che dai 300 milioni di euro iniziali è salito a 600 milioni e che dovrebbe garantire la sopravvivenza dell'ex compagnia di bandiera nei sei mesi di commissariamento. Dovrebbe essere concesso direttamente dal Tesoro, sul modello di quanto fatto con l'Ilva.


Cosa sarà del futuro, però, è tutto ancora da vedere. "Spero che chi arrivi compri non lo spezzatino ma l'insieme dell'azienda. Ma lo farà chiedendo delle condizioni", ha sottolineato il titolare del Mise. I sindacati continuano a sperare nella rinascita di Alitalia. "Non sprechiamo l'occasione per creare un vero piano industriale che abbia una effettiva credibilità di rilancio e che non sia l'inseguimento delle low cost", ha detto ieri la numero uno della Cgil Susanna Camusso, secondo cui bisogna "proporsi come vettore per le rotte a medio e lungo raggio". "Aspettiamo la decisione degli azionisti e del governo, ma bisogna evitare a tutti i costi la liquidazione e la svendita a pezzi di Alitalia", le ha fatto eco Annamaria Furlan della Cisl. Per Carmelo Barbagallo della Uil, "le imprese falliscono e a noi, lavoratori e sindacati, chiedono il conto per tentare di risollevarle: noi siamo pronti a discutere seriamente, ma la smettano di prenderci in giro".


Sei mesi di tempo per evitare lo spezzatino

Entro ottobre si decide il destino della compagnia. Sei mesi è l'orizzonte temporale indicato dal governo per la durata della gestione commissariale. Tempi stretti per trovare un potenziale acquirente. Al momento non se ne vedono all'orizzonte: la tedesca Lufthansa, l'alleato più logico, si è più volte detta non interessata. I commissari dovrebbero riuscire a compiere un miracolo in 180 giorni, facendo quello che non è riuscito a generazioni di manager, pubblici e privati. La peggiore delle ipotesi è che al termine di questi sei mesi non venga individuato un percorso fattibile di risanamento. A quel punto l'unica strada sarà il cosiddetto "spezzatino": vale a dire la vendita al miglior offerente dei vari pezzi della compagnia (il marchio, gli aeromobili, gli slot aeroportuali, ecc), pagando con gli introiti i creditori e avviando la liquidazione.

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