martedì 10 giugno 2014
Il celebre marchio contraddistingue le versioni ispirate al più classico Dna “corsaiolo” di MiTo e Giulietta, modello quest'ultimo che festeggia i 60 anni di vita
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​All’inizio fu soltanto per scaramanzia, un modo come un altro per ingraziarsi i favori della dea bendata. Ma quando con quel simbolo dipinto sul cofano della sua Alfa Romeo RL, un vistoso quadrifoglio verde su fondo bianco, Ugo Sivocci vinse nel 1923 la quattordicesima edizione della targa Florio, quell’emblema portafortuna divenne il segno distintivo delle vetture Alfa da corsa. Da quel giorno, infatti, anche gli altri piloti della squadra Alfa Romeo, fra i quali un certo Enzo Ferrari, decisero di adottare il beneaugurante quadrifoglio verde per tutte le altre gare, con i risultati che tutti gli appassionati conoscono.

Nel 1925, a Monza, la “P2” Quadrifoglio Verde di Brilli Peri si aggiudica il primo dei cinque titoli iridati vinti dall’Alfa Romeo, il “Campionato Mondiale di corse automobilistiche”. A dimostrazione del fatto che non si tratti solamente di fortuna concorrono i successivi nove allori conseguiti dalle Quadrifoglio Verde nella Targa Florio, unitamente ai trionfi nei primi due Campionati Mondiali di Formula 1 del 1950 e 1951 con le Alfa Romeo 158 e 159 di Giuseppe ”Nino” Farina e Manuel Fangio.

Negli Anni Sessanta e Settanta, il Quadrifoglio Verde caratterizza anche la vittoriosa attività agonistica di molte vetture derivate dalla produzione di serie come le celebri GTA e le Alfa 33, fino alla gloriose 155 V6 TI del 1993 e la 156, protagonista dal 1998 al 2004 di una lunghissima serie di vittorie nella categoria Superturismo. Ma a fregiarsi a buon diritto del Quadrifoglio Verde figurano anche alcune Alfa Romeo della normale produzione, vale a dire modelli dalle prestazioni particolarmente grintose realizzati nel ventennio tra gli anni Sessanta e Ottanta, come la Giulia TI Super, la Giulia Sprint GT Veloce, la 1750 GT Veloce e, dagli Anni Ottanta in avanti, le Alfasud Sprint, TI e 33, fino alla 75, la Spider 2.0, la 164 e la 145.

Oggi il “Quadrifoglio Verde” torna a distinguere due modelli che rappresentano la più pura espressione del DNA Alfa. Sulla Giulietta, per celebrare i 60 anni di vita di quel modello, e sulla MiTo. Con i suoi 240 cv di potenza, la Giulietta Quadrifoglio Verde 1750 turbobenzina, che adotta la stessa meccanica e il cambio automatizzato a 6 rapporti con doppia frizione della supercar 4C, promette accelerazioni mozzafiato (da 0 a 100 kmh in 6 secondi) prestazioni corsaiole (la velocità massima supera i 240 orari) offrendo in ogni situazione la possibilità di guidare con la massima padronanza.

Stesso discorso per la MiTo Quadrifoglio Verde, che con il nuovo Multiair 1.4  turbobenzina da 170 cv e il cambio automatizzato accelera da 0 a 100 in soli 7,3 secondi per una velocità massima di 219 kmh. Interni e sedili sportivi all’altezza su entrambi i modelli, assetto di tipo corsaiolo ma senza nulla togliere al comfort di marcia, freni Brembo di un’efficacia agonistica e una emozionante sonorità allo scarico che si ispira alle Alfa più “cattive” degli Anni Sessanta.

Le due Alfa Romeo Quadrifoglio Verde sono disponibili al prezzo di 38.750 euro per la Giulietta serie speciale prodotta in 999 esemplari (34.250 euro in versione “normale”) , e di 23.500 euro per la MiTo.

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