mercoledì 9 dicembre 2020
Intervista a Federico Sforza, che assieme a Roberto Nicastro ha fondato una nuova "fintech" dedicata ai finanziamenti a partite Iva e piccole imprese puntando su trasparenza, semplicità e velocità
Federico Sforza, ceo di AideXa

Federico Sforza, ceo di AideXa - AideXa

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«Abbiamo voluto proporre qualcosa di nuovo per soddisfare in modo diverso i bisogni dei piccoli imprenditori, quando si devono confrontare con il sistema finanziario: offriamo velocità, trasparenza, semplicità» spiega Federico Sforza. Un passato in UniCredit, Ing Direct e Nexi, Sforza è il ceo di AideXa, nuova fintech per il credito alle piccole imprese e alle partite Iva fondata assieme a Roberto Nicastro, ex top manager di UniCredit. AideXa sfrutta le potenzialità offerte dall’open banking reso possibile con la direttiva europea PSD2, in vigore in Italia dal settembre del 2019. Tra le proposte di AideXa, c’è l’instant lending, il prestito immediato: la fintech è in grado di formulare in pochi secondi una proposta di credito a un imprenditore.

Come è possibile valutare in pochi istanti il merito di credito di un’impresa?

Abbiamo creato un prodotto nativamente basato sull’open banking. La grossa novità della PSD2 è il principio che i dati del conto corrente del cliente appartengono al cliente, non alla banca. Se il cliente lo desidera può dare accesso ai suoi dati bancari a terze parti. Quando un imprenditore chiede un prestito ad AideXa le dà accesso ai suoi dati. AideXa li utilizza assieme alle migliori metodologie tradizionali per l’analisi del credito per offrire in automatico e in pochi secondi una proposta di prestito.

Con un sistema di questo tipo riuscite a proporre credito a costi competitivi rispetto a quelli del mercato bancario tradizionale?

Abbiamo il vantaggio di essere una piattaforma dai costi di gestione molto bassi. Usiamo logiche di prezzo individuali, basate sul rischio reale dell’impresa che chiede un prestito. Siamo ancora in una fase di studio e di test, abbiamo fatto solo una decina di operazioni. Contiamo di potere proporre tassi concorrenziali.

A novembre avete completato una raccolta di capitali da 45 milioni di euro con investitori di rilievo come Generali, Gruppo Sella, Banca Ifis e Isa. Come userete questi fondi?

È una dotazione di capitale importante: li usiamo per sviluppare l’attività e per erogare credito. Cartolarizzeremo una parte dei crediti ancora prima di erogarli. In futuro useremo anche altri strumenti, in prospettiva anche i depositi della clientela. Ora siamo un intermediario finanziario, ma abbiamo già depositato la richiesta per diventare una banca. Quando avremo la licenza bancaria potremo offrire anche strumenti tradizionali come il conto corrente.

Potreste anche aprire delle filiali fisiche?

Siamo nativamente digitali in tutti i prodotti e servizi, senza essere talebani del digitale. Già oggi i nostri clienti possono parlare con un business banker al telefono, il Covid ci sta insegnando che la relazione si riesce a mantenere anche a distanza.

Siete partiti proprio in un anno terribile per l’economia. Avevate valutato di rinviare il debutto a emergenza sanitaria rientrata?

Il Covid sta facendo danni enormi ma ha creato anche opportunità rilevanti: ha accelerato la digitalizzazione dei cittadini e delle imprese. Quando abbiamo completato il round di finanziamento ci siamo chiesti se partire subito. Ci siamo dati la risposta che era il momento giusto di rispondere ai bisogni degli imprenditori e delle partite Iva in questo momento difficile. Possiamo dare il nostro contributo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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