giovedì 22 agosto 2019
Due terzi dei dipendenti lavora tra le sei e le dieci ore a settimana “gratis”. La media europea è quasi di cinque ore
Italiani e straordinari non pagati
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Il 30% degli italiani lavora tra le sei e le dieci ore a settimana senza retribuzione. Questo uno dei dati che emerge dalla ricerca di Adp “Workforce View in Europe”. Lo studio, che ha intervistato oltre 10mila lavoratori europei e 1.400 in Italia, ha rilevato che gli impiegati europei lavorano in media quasi cinque ore (4 ore e 47 minuti) a settimana senza essere pagati.

Adp ha intervistato lavoratori in Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Regno Unito, chiedendo quali sono le problematiche più attuali che devono affrontare sul posto di lavoro. La tematica dell’equilibrio tra lavoro e vita privata è al centro dell’attenzione da molti anni, eppure i risultati suggeriscono che i datori di lavoro ripongono ancora aspettative irrealistiche sui lavoratori, facendoli lavorare più a lungo del tempo previsto dal contratto e senza essere retribuiti.

Il 30% degli italiani ha dichiarato di lavorare “gratis” almeno 6-10 a settimana, un numero che su base mensile diventa di 24-40 ore, praticamente 3/5 giorni di lavoro in più al mese regalati. Il 20% dei lavoratori è più fortunato: solo 5 o meno ore in più a settimana. Vi è però anche un 7,3% che ha dichiarato di arrivare alle 11-15 ore in più a settimana, un numero davvero importante. Non vi sono particolari differenze tra i sessi, sia il 60% degli uomini che delle donne ha dichiarato di “regalare” ore di lavoro alla propria azienda.
È la fascia 25-34 anni quella che fa più straordinari (66%), quella degli over 55 quella che ne fa di meno (55%).

Virginia Magliulo, General Manager Southern Europe Adp, ha commentato: «Nonostante l'importanza del benessere dei dipendenti sia stata più volte dimostrata, sembra che molti datori di lavoro non stiano neppure retribuendo equamente i dipendenti per le ore lavorate. È una tendenza preoccupante che rischia di esporre gli impiegati alla sindrome da stress lavorativo e a una diminuzione della motivazione, con impatti negativi a lungo termine sulla produttività e sulle prestazioni complessive».

Il settore dove si fanno più straordinari in assoluto è quello delle costruzioni (ingegneri e architetti in primis) con una percentuale del 78%. Segue il comparto It e telecomunicazioni (70%), retail, catering e divertimento (68%), finanza (65%) e il settore viaggi e trasporti (64%). Se la passa meglio chi lavora nel manifatturiero, settore con la percentuale più bassa di lavoratori che denunciano ore di straordinario non pagate (50%).

Il problema è più diffuso in Germania (71%), Spagna (67%) e Regno Unito (66%); quasi un quarto (22%) dei lavoratori del Regno Unito ritiene di lavorare almeno 10 ore extra alla settimana gratuitamente, più del doppio rispetto agli altri Paesi europei. Gli straordinari non retribuiti aumentano in modo significativo tra i dipendenti più giovani, con il 17% dei giovani europei tra i 16 e i 24 anni che afferma di lavorare senza retribuzione più di dieci ore alla settimana.

«Il ruolo dei leader e dei manager è quello di impostare carichi di lavoro e aspettative adeguati, garantendo ai dipendenti le risorse e il supporto che consentano loro di raggiungere i propri obiettivi nel tempo stabilito dal contratto - continua Magliulo -. È necessario inoltre spostare l'attenzione dalla quantità di ore lavorate alla qualità della produzione, ritornando alla domanda fondamentale “per cosa gli impiegati lavorano?”. I lavoratori non sono motivati dalla produzione costante ma da un lavoro di qualità che contribuisca alla mission dell'azienda, che li coinvolga e li motivi. Se gli straordinari sono veramente necessari, i datori di lavoro devono assicurarsi che le ore aggiuntive vengano riconosciute e premiate».

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