venerdì 8 marzo 2019
La cooperativa Solidarnosc Ovest rilancia il progetto per la realizzazione di 100 appartamenti
A Milano l'housing sociale con spazi aperti al quartiere
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Un progetto rimasto a lungo bloccato e che adesso riparte per ridisegnare un pezzo di periferia milanese. Cento appartamenti, con una parte considerevole dedicata all’housing sociale, servizi aperti alla città. E la particolarità di aver reso possibile il rientro in Italia di due cervelli in fuga all’estero: due giovani architetti che hanno firmato il progetto. Si chiama «Common Housing Bisceglie» e sorgerà appunto alla periferia sud-ovest di Milano per opera della cooperativa Solidarnosc che da oltre 40 anni si occupa di edilizia ed ha realizzato e consegnato 13.500 alloggi rispondendo al bisogno di casa di 40mila persone. A ripercorrere le tappe del progetto il presidente Enrico Lupatini. «La nostra cooperativa Solidarnosc Ovest fa parte del consorzio promosso da Acli e Cisl, già prima del 2010 abbiamo avviato la collaborazione con il Comune per la realizzazione in via Calchi Taeggi di 100 appartamenti, avevamo già tutti i soci e altri in lista d’attesa». A far scattare l’inchiesta, poi conclusasi in una bolla di sapone visto che non sono state trovate irregolarità, l’esposto di un comitato di cittadini che hanno sollevato dubbi sulla bonifica dell’area considerata inquinata. Da qui il blocco dei cantieri.

«Per due volte il pm ha rinviato a giudizio tutti gli indagati, io ho chiesto di essere interrogato. La stampa ha dato risalto alla cosa, accusando le cooperative di creare problemi ambientali e di salute pubblica» continua Lupatini. Ma la cooperativa ha preferito non reagire, convinta della correttezza del suo operato. A settembre del 2018 è infatti arrivata la sentenza definitiva che ha chiuso una volta per tutte la vicenda. «Grazie al consorzio abbiamo deciso di restituire ai soci tutti i soldi che avevano versato, compresa la quota societaria, tranne ai pochi che hanno accettato di venire 'trasferiti' su altri progetti. Abbiamo incontrato le famiglie una ad una, condividendo i loro drammi. L’altra cooperativa che era impegnata nell’area è andata in liquidazione » spiega Lupatini. A febbraio c’è stata un’assemblea con 200 persone alla quale sono stati invitati i vecchi soci e altre persone interessate. La sostanza del progetto non cambia: sono stati confermati i 100 appartamenti basati sul principio della sostenibilità sociale e ambientale e la condivisione degli spazi con il quartiere. Il progetto è stato affidato a Marco Jacomella e Carla Terrer due giovani che avevano vinto il concorso AAA architetti cercasi e proprio per questo lavoro sono tornati a Milano da Zurigo. «Ci hanno fatto scoprire cosa hanno fatto le cooperative svizzere – continua Lupatini – case di qualità con i servizi annessi. A Bisceglie ci saranno servizi collettivi come lavanderia e biblioteca ma anche un appartamento per persone con disabilità e spazi con affitto bassissimo. Una delle nostre idee è quella di fare uno spaccio di spaccio di prodotti agroalimentari di qualità». Ci saranno circa 65/60 appartamenti di edilizia convenzionata, gli altri 35/40 verranno dati in affitto a prezzi calmierati: si tratta di un progetto di housing sociale finanziato interamente dalla cooperativa come «risarcimento » al territorio «perché non esiste casa senza un quartiere».

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