mercoledì 11 maggio 2022
Unioncamere e Anpal delineano gli scenari occupazionali futuri. Le imprese manifatturiere ricercano 3mila persone in meno rispetto ad aprile. Difficile trovare il 38% del personale richiesto
L'industria metallurgica fatica a trovare i profili adatti

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A maggio le imprese hanno in programma oltre 444mila assunzioni nonostante l'indebolimento della crescita economica osservato nel primo trimestre e le prospettive sempre più incerte per il secondo trimestre a causa della guerra in Ucraina e alla conseguente crisi energetica e delle materie prime. A delineare lo scenario è il bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali di maggio. In particolare, a risentirne maggiormente sono le imprese manifatturiere: -4,4% i lavoratori ricercati rispetto ad aprile (-3mila) e -18,8% se confrontati con un anno fa (-15mila). Negative anche le costruzioni sia rispetto al mese precedente (-0,9%) e ancor più rispetto a un anno fa (-27,5%). In crescita invece i servizi (+30,2% rispetto ad aprile e +31,5% rispetto a maggio dello scorso anno) trainati soprattutto dalla ripresa della filiera turistica. L'industria nel suo complesso è alla ricerca di 99mila profili professionali - in calo rispetto ad aprile del 3,3% e del 22% in confronto a un anno fa - di cui 66mila da impiegare nel manifatturiero e 33mila nelle costruzioni. Le maggiori opportunità di lavoro nel manifatturiero sono offerte dalle imprese della meccatronica (17mila ingressi programmati), seguite dalle imprese metallurgiche e dei prodotti in metallo (14mila) e infine da quelle alimentari, bevande e tabacco (11mila). Ben più elevate le occasioni di lavoro offerte dal settore dei servizi, con 345mila ingressi programmati. È il comparto dei servizi di alloggio, ristorazione e dei servizi turistici a esprimere la domanda più significativa con circa 105mila entrate programmate. Seguono poi i servizi alle persone (67mila) e i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (56mila). Positiva la dinamica anche per il commercio e l'informatica e telecomunicazioni (rispettivamente con circa 52mila e 15mila assunzioni previste). I contratti a tempo determinato con 246mila unità, pari al 55,5% si confermano la tipologia contrattuale maggiormente proposta ai profili ricercati. Seguono i contratti a tempo indeterminato (76mila), di somministrazione (49mila), i contratti non alle dipendenze (28mila), di apprendistato (23mila), altre forme contrattuali alle dipendenze (15mila) e i contratti di collaborazione (6mila).

Difficile da trovare il 38% dei lavoratori richiesti

Resta e anzi cresce il mismatch tra domanda e offerta di lavoro: risulta difficile da reperire il 38,3% delle figure professionali da inserire in azienda (7,4 punti percentuali in più rispetto a maggio 2021), soprattutto a causa della mancanza di candidati. A incontrare le maggiori difficoltà di reperimento di manodopera sono le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo per le quali non è facile da reperire il 52,6% dei profili ricercati. Seguono le industrie del legno e del mobile (50,4%), le industrie della meccatronica al pari delle imprese dei servizi informatici e delle comunicazioni (49,2% per entrambi) e le industrie del tessile, abbigliamento e calzature (47,4%). A ivello territoriale, le maggiori difficoltà di reperimento risultano tra le imprese delle regioni del Nord Est (difficile da trovare il 42,0% delle figure ricercate), seguite da quelle
del Nord Ovest (41,1%), Centro (36,3%) e Sud e Isole (34,8%).

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