giovedì 26 ottobre 2017
La bacca molto utilizzata nei paesi dell'Est ha un alto potere antiossidante
A Castellaneta il regno dell'aronia per la prima volta coltivata in Italia
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Parte dalla Puglia, prima in Italia, la produzione delle bacche di aronia, utilizzate come antiossidante, soprattutto nei Paesi dell’Est. Alla richiesta di un mercato italiano sempre più attento alla salute ha risposto Castellaneta, in provincia di Taranto, con la masseria Fruttirossi, che dalla primavera ha destinato al prodotto quattro ettari con oltre novemila piante. E nei giorni scorsi è stata avviata la vendita di bacche di aronia nei supermercati del nord Italia commercializzate con il marchio Lo- Me Super Fruit. «Siamo un’azienda nata nel 2016 – spiega Dario De Lisi, che lavora insieme a padre e fratello – ma con sessanta collaboratori tra coltivazione, produzione e trasformazione del prodotto. L’aronia suscita interesse nonostante non sia una bacca 'recente'. Dopo il disastro di Cernobyl fu somministrata per limitare i danni delle radiazioni, dato il forte potere antiossidante e la capacità di rafforzare le difese immunitarie.

È un prodotto di nicchia ma noi ci crediamo e stiamo ottenendo le prime soddisfazioni. L’abbiamo piantumata la scorsa primavera, il raccolto è andato al di là di ogni più rosea aspettativa e così è stato possibile lanciarla sul mercato». I De Lisi coltivano anche melograno e bacche di goji, distribuiti in esclusiva dalla B&B Frutta di Verona. «Sono fondamentali le proprietà salutistiche dei prodotti che andiamo a piantare e le tecniche di produzione che devono seguire moderni standard». Per il melograno, ad esempio, che coltivano primi in Italia per estensione (250 ettari), si sono fatti aiutare dagli esperti più rinomati del settore, provenienti da Israele, dove si lavora la terra in condizioni molto più difficili. «Ci hanno insegnato a preparare il terreno – prosegue – con la cosiddetta 'baulatura'. La pianta cresce come su piccoli dossi, con sotto un telo 'pacciamante' in plastica bianca che contiene l’evaporazione acquea garantendo il risparmio idrico e permette al sole di nutrire la pianta anche dal basso, con una produttività maggiore e naturale al 100%. Infine le 'spalliere' in profili d’acciaio sorreggono il peso del frutto».

A breve sarà inaugurato uno stabilimento di essiccazione, trasformazione e confezionamento, in cui saranno realizzati succhi di frutta e confezioni. «La filiera cortissima è il nostro prossimo obiettivo. A livello economico è più sostenibile – conclude – e riduce l’impatto ambientale».

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