martedì 11 ottobre 2016
La startup To Be: dati attraverso la luce  Già pronto il WiFi del futuro
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Nel paese delle connessioni a Internet più lente d’Europa un giovane laureato in architettura con il pallino delle smart city sta sperimentando quella che potrebbe essere la prima applicazione commerciale domestica della trasmissione di dati attraverso la luce.  Al centro c’è il LiFi, tecnologia così recente che finché l’ingegnere tedesco Harald Haas non ne ha parlato alla conferenza Ted Global del 2011 non c’era nemmeno un nome per definirla. La sigla sta per Light Fidelity, cioè 'fedeltà della luce', e il sistema è ancora tema di ricerca a livello universitario. Semplificando: da un lato c’è una lampada a Led che lampeggia con una frequenza impercettibile all’occhio umano, dall’altro un apparecchio che vede il segnale luminoso. Il messaggio digitale, codificato e convertito in intervalli di luce, può essere trasmesso ad altissima velocità, anche 10 Gigabit al secondo (abbastanza per vedere un film in alta definizione, per capirci), e lo spettro delle frequenze delle luce è più o meno 10mila volte superiore a quello tradizionale dell onde radio.  Il LiFi ha diversi vantaggi rispetto al tradizionale WiFi che ormai da anni è entrato nelle nostre case. «Intanto è più sostenibile, perché non c’è bisogno di circondarsi di onde radio e campi elettromagnetici. Poi può essere utilizzato per trasmettere dati in tutti quegli ambienti in cui il Wi-Fi può dare pericolosi problemi di interferenze, come gli ospedali o gli aereoplani. È anche una tecnologia più sicura: soltanto chi è dentro il cono di luce può ricevere il segnale, non è possibile intercettarlo a distanza. Infine il LiFi consente una geolocalizzazione estremamente precisa: posso sapere con esattezza dove sta una persona che sta ricevendo il segnale, perché conosco il fascio di luce sotto cui si trova» spiega il 25enne Francesco Paolo Russo, che a febbraio assieme a due soci conosciuti attraverso Twitter ha fondato To Be, società di soluzioni di LiFi e Internet delle cose per esigenze diverse.  Per la prima applicazione commerciale domestica di questa tecnologia To Be ha pensato ai bambini. L’idea è una lampada intelligente che, attraverso il Li-Fi, trasmette a un apparecchio per bambini (come ad esempio un tablet) contenuti adatti ai più piccoli, come cartoni, giochi, libri educativi. I vantaggi, in questo caso, sono due: da un lato si evita al bambino di esporsi a frequenze elettromagnetiche, dall’altro lo si mette al riparo dal rischio di finire, con un paio di clic, su siti sbagliati. L’idea è piaciuta anche a Tim #Wcap, l’acceleratore di imprese del gruppo Tim che seleziona finanzia le migliori startup digitali. To Be Kids, l’azienda creata da To Be per sviluppare il progetto della lampada per bambini, è stata selezionata per un anno di 'accelerazione'  e finanziata con 40mila euro. Ma è chiaro che il potenziale del LiFi è enorme. «Basta pensare a quello che potrebbe fare l’amministrazione di una città, usando la luce dei lampioni per trasmettere informazioni ai cittadini in base al luogo preciso in cui si trovano…» conferma Russo, che alla relazione tra spazi fisici e flussi digitali ha dedicato la sua tesi di laurea. Certo, l’Italia – con il suo storico ritardo digitale – non sembrerebbe il posto più adatto per puntare su una tecnologia così innovativa. «Però, parafrasando Einstein, possiamo dire che è proprio da queste condizioni di crisi che possono sorgere l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie» assicura il fondatore di To Be.
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