venerdì 1 aprile 2016
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Sulla vita consacrata c’è anche un’altra storia. Che non parla solo di numeri, di istituti che chiudono, di fatiche e difficoltà, ma mostra «i segni di futuro» che restituiscono fiducia e speranza. A raccontarla è stata suor Nicla Spezzati, sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, intervenendo alla seconda giornata dei lavori della 63ª Assemblea nazionale dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia (Usmi) che ha per tema “L’arte del passaggio: nella missione risplende la misericordia del Padre”. Senza nasconder- ne «la precarietà» e la mancanze di sicurezze, suor Spezzati ha voluto concentrarsi sui processi in atto e guardare a quei segnali positivi che «si delineano laddove si persevera nella conversione». «Segni di futuro – ha sottolineato – sono le fraternità e le piccole comunità che hanno trovato Dio nel mettere al centro la Parola e nel servire le vittime emarginate, scartate, in tutte quelle periferie dove l’esperienza di Cristo è drammatica». Negli ultimi anni, ha rilevato la religiosa, «la vita consacrata è diventata più sensibile alla persona e all’azione dello Spirito Santo, sentendosi chiamata a collaborare con lui oltre i limiti esistenti» fino a stare non solo in mezzo «alle povertà emergenti, ma anche lì dove manca il senso della vita, il bene primo, dove c’è l’ateismo e l’indifferenza religiosa». E sulla scia «di un’espansione della coscienza di far parte di un’ecologia globale» si lavora pure per favorire «l’ospitalità, la compassione, l’umanità da contrapporre alla barbarie, la prosperità condivisa e il rispetto reciproco». Secondo suor Spezzati, infatti, «la vita consacrata ha ripreso un ruolo attivo a servizio della sinergia vocazionale, come luogo di identità e appartenenza nelle chiese locali, nei cammini inter-congregazionali nell’impegno per la cultura, la fraternità, il bene comune e il dialogo interreligioso». I consacrati, ha osservato il sottosegretario del dicastero vaticano, «stanno osando nelle linee di frattura, nelle zone di frontiera con i rifugiati, accanto ai dimenticati». Con un’attenzione particolare al confronto e alla collaborazione con le altre culture. «Vi sono segnali di fecondità piccoli, ma non privi di valore come le nuove forme monastiche, i significativi cambiamenti istituzionali, la ricomparsa dell’eremitismo con circa 300 eremiti in Italia, la presenza delle circa 1.000 appartenenti dell’Ordo Virginum», ha confermato padre Lorenzo Prezzi, teologo e direttore di Testimoni. Che, di fronte «alle 3.000 uscite annuali nel mondo, ai 40 Istituti commissariati e alla quindicina di fondatori sotto esame » ha definito «un segno di futuro anche la franca ammissione dei limiti e la necessità di trasparenza, sia nella gestione dei beni economici sia in caso di eventuali scandali legati agli abusi sessuali». «Senza negare limiti e inconsistenze, c’è un cambiamento nella visione globale: una luce nuova – ha concluso padre Prezzi – si è accesa sulla vita consacrata che è di fatto uscita dal suo cono d’ombra». © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA L’Assemblea Usmi
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