lunedì 3 novembre 2014
Vicinanza e solidarietà della Chiesa italiana a chi soffre: su invito del patriarca Fouad Twal, la Presidenza della Conferenza episcopale sta compiendo una visita che si concluderà a Sderot, città israeliana colpita dai razzi. (Mimmo Muolo)
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La speranza che emerge anche in uno scenario di distruzione. Un popolo giovane che vuole rinascere. E un segno di vicinanza e di solidarietà della Chiesa italiana a chi soffre per le conseguenze della guerra. Sono alcune “Istantanee” del primo giorno della visita che, su invito del patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal, la Presidenza della Cei sta compiendo nella Striscia di Gaza (visita che oggi si concluderà con la tappa a Sderot, città israeliana anche nei giorni scorsi colpita dai razzi). Ieri il cardinale presidente Angelo Bagnasco, i tre vicepresidenti (il cardinale Gualtiero Bassetti, l’arcivescovo Cesare Nosiglia e il vescovo Angelo Spinillo) e il segretario generale, monsignor Nunzio Galantino sono stati a diretto contatto con i rovinosi effetti della recente guerra. «Immagini – sottolinea il cardinale Bassetti – che mi hanno riportato alla mente le scene del secondo conflitto mondiale. Ma nel contempo abbiamo potuto vedere la volontà di rinascere di questo popolo fiero. Ci spiegava il patriarca Twal che, nonostante tutto, questa è la zona del Medio Oriente con la più alta percentuale di nascite». La delegazione, accompagnata dal patriarca Twal e dal parroco di Gaza, padre George Hernandez, è giunta di buon mattino a Eretz e dopo l’ingresso nella Striscia, ha ricevuto il saluto dei rappresentanti dell’Autorità Palestinese e di alcuni membri di Hamas. Durante la mattinata la Presidenza della Cei ha visitato alcune famiglie, poi si è recata all’Ospedale Giordano, interamente finanziato dal Re ashemita. Qui i cardinali e vescovi italiani sono stati ricevuti da un gruppo di medici e infermieri (sono circa un centinaio i sanitari che lavorano nel nosocomio che ha 50 posti letto ed è aperto a tutti) e hanno potuto constatare l’ottimo livello qualitativo della struttura. A seguire la tappa in una delle due scuole del Patriarcato latino a Gaza, dove studiano complessivamente un migliaio di bambini, ragazzi e giovani, dall’asilo al liceo. La Cei ha contribuito alla costruzione dell’Aula Magna dell’Istituto visitato ieri. Solo il 10 per cento degli alunni sono cristiani, il resto musulmani. Un segno che va controcorrente rispetto al clima di intolleranza che soffia sulla regione. Nel pomeriggio, Bagnasco e gli altri membri della presidenza hanno incontrato il vescovo ortodosso Alexios e si sono fermati nella parrocchia Sacra Famiglia di Gaza, dove hanno celebrato la Messa e, successivamente, hanno potuto raccogliere le testimonianze di alcune famiglie. Vicinanza, solidarietà (la Cei sostiene economicamente diversi progetti nella zona) e preghiera sono dunque gli "ingredienti" della visita. «La nostra presenza – conclude Galantino – acquista maggiore significato alla luce dell’appello lanciato domenica da Papa Francesco a pregare per la pace a Gerusalemme e in tutta la regione».
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