giovedì 26 novembre 2020
L'iniziativa per avvicinarsi al Natale che quest'anno prende come riferimento la mistica vissuta tra XVI e XVII secolo. Che fu sposa, madre e poi religiosa
La beata Maria dell'Incarnazione (Barbe Avrillot Acarie)

La beata Maria dell'Incarnazione (Barbe Avrillot Acarie)

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«È troppo avaro colui al quale Dio non basta». Quando Madame Acarie lesse per caso questa considerazione spirituale, un giorno del 1587, e ne fu terremotata, era nel pieno di una giovinezza dorata.

Nata il 1° febbraio del 1566 col nome di Barbe Avrillot, in una famiglia nobile di Parigi, aveva avuto un’educazione di prim’ordine, anche religiosa. Da adolescente aveva coltivato pensieri di consacrazione su cui però si erano imposti i desiderata dei genitori. Così a 16 anni e mezzo Barbe era andata in sposa a Pierre Acarie, visconte di Villemor, membro della Corte dei Conti di Parigi, poi protagonista della Lega Santa, l’alleanza militare creata da nobili francesi nel 1576 per lottare contro i protestanti. Se Pierre era senz’altro un buon partito, Madame Acarie era descritta come una donna di particolare avvenenza, diventata presto una stellina dei salotti parigini. Nel 1587, nel fulgore dei suoi 21 anni, madre di tre figli (ne avrebbe avuti altri tre) quando lesse la frase prima citata si trovava in un momento di rilassatezza spirituale per cui l’eco interiore che ebbero quelle parole fu enorme. Da lì la sua vita cambiò. Madame Acarie abbandonò la mondanità ma non il mondo: accanto a una vita di carità e di preghiera sempre più intense, continuò ad accudire i figli e fu accanto al marito che passò dalla gloria alla polvere, dopo la sconfitta della Lega Santa. Nel passaggio tumultuoso di secolo entrò in rapporto con san Francesco di Sales e nel 1601, letti gli scritti di santa Teresa d’Avila, lei laica fece di tutto per introdurre in Francia la riforma carmelitana. E ci riuscì. Rimasta vedova, a 48 anni divenne anche lei carmelitana come suora conversa, col nome di Maria dell’Incarnazione. Morì quattro anni dopo, il 18 aprile 1618, e fu proclamata beata nel 1791.

Padre Roberto Maria Pirastu, priore del convento carmelitano di Vienna

Padre Roberto Maria Pirastu, priore del convento carmelitano di Vienna - .

La vita straordinaria di questa donna - che fu laica, sposa, madre ma anche religiosa e in un certo senso fondatrice - e i suoi scritti spirituali - luminosi e meno conosciuti rispetto a quelli di altri grandi santi carmelitani - sono il riferimento di una proposta per l’Avvento 2020 elaborata dai carmelitani scalzi di varie province tra Italia, Austria, Francia e che segue un modello collaudato negli ultimi anni. Titolo: «Esercizi spirituali in linea con la Bella Acarie. Mistica e donna d’azione, la fede nell’impossibile».

In pratica dopo l’iscrizione online sul sito www.esercizi-online.karmel.at, viene inviata settimanalmente una email che contiene una meditazione su un episodio della vita di Madame Acarie collegato al Vangelo della domenica seguente e un calendario dell’Avvento in immagini e parole. Un avvicinamento al Natale sui sentieri del Monte Carmelo. Il materiale è stato scritto da padre Olivier Rousseau, del convento di Avon presso Parigi, mentre l’invio in lingua italiana è organizzato dai carmelitani austriaci in collaborazione con le Edizioni OCD di Roma e padre Giacomo Gubert.

Dice padre Roberto Maria Pirastu, priore del convento carmelitano di Vienna, in un video di presentazione: «In diverse regioni d'Europa siamo in lockdown o comunque abbiamo restrizioni nei movimenti a causa di questa pandemia che ci tartassa. Per questo motivo noi carmelitani scalzi vi vogliamo offrire una possibilità, pur restando a casa, di approfondire la vostra fede e di rinnovare la vostra speranza: vi offriamo di partecipare ai nostri esercizi carmelitani online. Non avete bisogno di molto tempo per seguirli, ma speriamo che vi siano di un aiuto in questi tempi un po’ pazzi che stiamo vivendo».


Qui il trailer del documentario sulla beata Maria dell'Incarnazione prodotto l’anno scorso dai carmelitani scalzi di Francia.



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