mercoledì 6 giugno 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
L’Osservatore Romano intervista in prima pagina il cardinale Angelo Sodano e il decano del Collegio cardinalizio non manca di bacchettare il circo mediatico là dove, quando si parla di Vaticano, «dall’informazione si passa alla deformazione delle notizie». L’intervista del quotidiano della Santa Sede al porporato che per 16 anni, fino al 2006, ha ricoperto l’incarico di segretario di Stato, ha come sfondo la questione della massiccia fuga di documenti riservati dal Vaticano con i commenti e i presunti retroscena giornalistici connessi. Argomento che il cardinale Sodano affronta con linguaggio diplomaticamente nitido. «La stampa ha certamente la missione di informare l’opinione pubblica sulla Santa Sede», premette. «Ad esempio, – prosegue – ho visto con piacere che si è dato grande risalto alla visita di Benedetto XVI a Milano per l’Incontro mondiale delle famiglie». Ma, aggiunge, «un giudizio diverso viene però spontaneo quando dall’informazione si passa alla deformazione delle notizie. In realtà, di fronte ai fenomeni negativi c’è talora la tentazione di inquadrarli in un’ottica sfalsata che può offuscare la bellezza del tutto»«L’insinuazione di manovre varie mi ha meravigliato, perché diversità di opinione non significa divisione», ricorda Sodano. «Quante volte ho votato in riunioni di cardinali – prosegue – senza mai stupirmi che un confratello votasse a favore e l’altro contro». «Alla fine, alla luce dei vari voti – spiega – il Santo Padre poteva così decidere liberamente, con tutti gli elementi di giudizio che gli venivano offerti». «Ora – non manca di ribadire Sodano – sono lieto di collaborare, in ciò che ancora posso, con il mio successore, il cardinale Tarcisio Bertone, al quale mi legano un’antica familiarità e un comune spirito di servizio al Romano Pontefice». «Tutti noi cardinali di Curia – afferma – cerchiamo di costituire un "cenacolo apostolico" riunito intorno al successore di Pietro, senza meravigliarci delle difficoltà del momento». Quanto detto da Sodano è stato fatto proprio dal cardinale Leonardo Sandri che ha concordato sul fatto che «è veramente una delle cose più sagge che abbia ascoltato perché la gente crede che ci sia una guerra tra bande», e ha aggiunto: «Siamo tutti con il Papa, fronte comune come ha detto anche il cardinale Bertone».Ieri poi il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha tenuto il suo ormai quasi quotidiano briefing per fornire alcune notizie e non poche precisazioni. Il «portavoce» vaticano ha spiegato che Paolo Gabriele, finora unico imputato - per furto aggravato - nell’inchiesta vaticana sulla fuga di notizie, ha affrontato ieri un secondo interrogatorio. Ha liquidato come «elucubrazioni» le ipotesi che Gabriele possa essere «confinato» in Italia. Ha convenuto che la pubblicazione di lettere sbianchettate del segretario particolare del Papa «non è giornalismo ma ricatto». E ha anche negato che esistano contrapposizioni tra cardinali nella Commissione di vigilanza sullo Ior. L’atteggiamento di Benedetto XVI di fronte alla vicenda della fuga dei documenti ha quindi ribadito padre Lombardi «è di esempio per tutti, nella Chiesa e in Vaticano», «il Papa è un punto di riferimento anche nell’ambiente che gli sta attorno».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: