sabato 26 marzo 2016
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Le reazioni: la visita del Papa è una carezza di Dio CASTELNUOVO DI PORTO (ROMA) Agitati. Eccitati. Intimoriti. Le ragazze e i ragazzi richiedenti asilo, del Cara di Castelnuovo di Porto, scelti per la lavanda dei piedi di papa Francesco, faticano un bel po’ a tenere a bada la loro emozione. «Lo ringrazierò perché prova a dare la pace a tutto il mondo – spiega Khurram Shahzad, ventiseienne pachistano, musulmano –. E vorrei ringraziarlo per essere venuto qui, una persona grandissima che viene per noi, persone piccole». È «molto contenta » anche Luchia Mesfun, trent’anni, eritrea, madre da cinque mesi di una piccolina: «Gli apostoli erano dodici maschi – dice – ma il Papa viene a fare la lavanda dei piedi anche a noi donne e una di queste sono io... Non ho le parole adatte a esprimere la mia felicità». Sira Madigata è del Mali, ha trentasette anni e per lui «non è solo incontrare papa Francesco, ma mi laverà i piedi: questo, davvero, mi ha lasciato senza parole». Cosa si aspetta? «Tantissima gioia, e alle- gria. Lo ringrazierò per tutto quello che ha fatto per noi». Intanto si sta finendo di preparare il palco, sistemare i fiori e appendere uno striscione con la scritta «Benvenuto» in decine di lingue. Fra decine e decine di giornalisti. In realtà anche Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa Auxilium (che gestisce il Cara di Castelnuovo di Porto) fatica parecchio a stare nella pelle: «Credo, se riuscirò a… parlare, che gli dirò solo grazie, non ci sono altre parole». Hanno saputo una settimana fa che Francesco sarebbe venuto qui a celebrare la Messa in Coena Domini. «Chi fa questo lavoro sa quante difficoltà ci sono, a volte quanta demagogia e le critiche che si è costretti a subire… Questo gesto del Papa è davvero un regalo incredibile, impensabile », va avanti Chiorazzo: «Per me è una carezza di Dio». Non lontana, Luchia tiene fra le braccia la sua bimba, coccolata da tutti… Angela Ferri è una giovane operatrice Auxilium. Per lei la gioia è particolare e probabilmente ancora più profonda… «Papa Francesco soprattutto in questo momento è una delle figure più importanti della mia vita, ho perso mia mamma da venti giorni e lui per me adesso è la mia gioia e la mia forza», racconta. Glielo dirai? «Sì. Certo. Sarà la prima cosa». Un paio d’ore prima dell’arrivo del Pontefice, al Cara stanno mettendo a posto gli ultimi dettagli e tutto è freneticamente gioioso. Hanno già radunato nella biblioteca i regali che Francesco ha fatto arrivare: duecento uova pasquali, magliette per giocare a pallone e palloni, una scacchiera e sue immaginette, che «molti ragazzi hanno già attaccato alla porta delle loro stanze», fa sapere Chiorazzo. Endurance Okosua ha meno di ventidue anni, arriva dalla Nigeria ed è «molto contento ». Kbra Tesfamicael di anni ne ha ventitré ed è eritrea: «Sono molto emozionata per la lavanda dei piedi, e felice», riesce solo a dire. «Dopo tutto il viaggio fatto e tutta la fatica per arrivare – sussurra Lucia Yrgalem, eritrea anche lei, vent’anni –, trovarci con il Papa per la lavanda dei piedi nemmeno mai l’avevamo sognato». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto ricordo con il Papa (Ansa)
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