mercoledì 30 gennaio 2013
​Il Papa all'Udienza generale: oggi famiglie disgregate, impegni, la fatica di far quadrare i bilanci, l’invasione dei mass media sono fattori che possono impedire un sereno e costruttivo rapporto tra padri e figli.
IL TESTO DELLA CATECHESI
Il "Credo" da ritrovare nel tempo del sé di Pierangelo Sequeri
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«Non è sempre facile oggi parlare di paternità. Soprattutto nel mondo occidentale, le famiglie disgregate, gli impegni di lavoro sempre più assorbenti, le preoccupazioni e spesso la fatica di far quadrare i bilanci familiari, l’invasione distraente dei mass media all’interno del vivere quotidiano sono alcuni tra i molti fattori che possono impedire un sereno e costruttivo rapporto tra padri e figli». È questa la tematica scelta oggi da papa Benedetto XVI, all'Udienza generale del mercoledì. «La comunicazione si fa a volte difficile - ha detto il Pontefice -, la fiducia viene meno e il rapporto con la figura paterna può diventare problematico; e problematico diventa così anche immaginare Dio come un padre, non avendo modelli adeguati di riferimento. Per chi ha fatto esperienza di un padre troppo autoritario ed inflessibile, o indifferente e poco affettuoso, o addirittura assente, non è facile pensare con serenità a Dio come Padre e abbandonarsi a Lui con fiducia».
La paternità di Dio, «è amore infinito, tenerezza che si china su di noi, figli deboli, bisognosi di tutto - ha spiegato papa Ratzinger -. Il Salmo 103, il grande canto della misericordia divina, proclama: 'Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso coloro che lo temono, perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere' (vv. 13-14). E’ proprio la nostra piccolezza, la nostra debole natura umana, la nostra fragilità che diventa appello alla misericordia del Signore perché manifesti la sua grandezza e tenerezza di Padre aiutandoci, perdonandoci e salvandoci».
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