mercoledì 9 giugno 2010
Un ricordo accorato di monsignor Luigi Padovese e un commento sul recente viaggio a Cipro, con l'invito ai cristiani a non abbandonare il Medio Oriente. Sono questi i temi affrontati dal Papa nell'udienza generale del mercoledì.
- Il testo dell'Udienza
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«La improvvisa e tragica morte del vescovo Padovese, presidente della Conferenza Episcopale Turca, ci ha lasciato addolorati e sgomenti». Lo ha detto il Papa all'udienza Generale di oggi, centrata soprattutto sul recente viaggio a Cipro.«Possano il popolo cipriota e le altre nazioni del Medio Oriente, con i loro governanti e rappresentanti delle diverse religioni, costruire insieme un futuro di pace, di amicizia e di fraterna collaborazione». «Questa visita pastorale è andata molto bene - ha detto il Papa - perché ha felicemente conseguito i suoi scopi. Essa costituiva anche "un evento storico": infatti - ha spiegato Ratzinger -, mai prima d'ora il vescovo di Roma si era recato in quella terra benedetta dal lavoro apostolico di San Paolo e San Barnaba e tradizionalmente considerata parte della Terra Santa».«Sulle orme dell'apostolo delle genti - ha continuato Ratzinger - mi sono fatto pellegrino del Vangelo, innanzitutto per rinsaldare la fede delle comunità cattolica, piccola ma vivace minoranza nell'isola, incoraggiandole anche a proseguire il cammino verso la piena unità tra i cristiani, specialmente con i fratelli ortodossi». «Al tempo stesso - ha aggiunto - ho voluto idealmente abbracciare tutte le popolazioni mediorientali e benedirle nel nome del Signore, invocando da Dio il dono della pace».Il Pontefice ha esortato quindi i fedeli a pregare affinché «lo Spirito Santo renda fecondo questo viaggio apostolico e animi nel mondo intero la missione della Chiesa istituita da Cristo per annunciare a tutti i popoli il Vangelo della verità, dell'amore e della pace». Durante il suo viaggio a Cipro, Benedetto XVI ha «rivolto un accorato appello a tutti i cattolici del Medio Oriente affinchè, nonostante le grandi prove e le ben note difficoltà, non cedano allo sconforto e alla tentazione di emigrare, in quanto la loro presenza nella regione costituisce un insostituibile segno di speranza».«Ho garantito loro - ha ricordato oggi il Papa durante l'udienza generale - e specialmente ai sacerdoti e ai religiosi l'affettuosa e intensa solidarietà di tutta la Chiesa, come pure l'incessante preghiera affinchè il Signore li aiuti ad essere sempre presenza vivace e pacificante».Tutti i cattolici dell'area, cui il Pontefice ha indirizzato parole di "fiducia e speranza", sono stati incoraggiati da Benedetto XVI «a testimoniare il Vangelo anche mediante un paziente lavoro di reciproca fiducia tra cristiani e non cristiani per costruire una pace durevole e un'armonia fra i popoli».
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