giovedì 23 gennaio 2014
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Come slogan per l’iniziativa è efficace, «Non vogliamo morire senza aver letto la Bibbia», e la risposta non si è fatta attendere: sono in 1.200 in Polonia ad aver preso l’impegno di leggere per intero il Libro dei Libri, a partire dallo scorso 1° gennaio. Un capitolo al giorno, per circa tre anni e nove mesi. L’interesse è cresciuto in particolare dopo che l’agenzia di informazione cattolica Ekai ha parlato di questa maratona biblica, tanto che pure la televisione nazionale polacca, la Tvp, ha deciso di dedicarvi un approfondimento.L’ideatore del tutto è don Wojciech Wegrzyniak, classe 1973, docente di esegesi dell’Antico Testamento alla Pontificia Università Giovanni Paolo II di Cracovia. «La formula – spiega don Wegrzyniak – prevede una pagina Facebook a cui ci si può iscrivere in modo che uno possa trovare dei compagni di strada, sentirsi motivato e scrivere commenti a caldo su quello che sta leggendo. Ma non vogliamo fare solo un’esperienza virtuale: alla fine di ogni libro, circa ogni mese o ogni due, a seconda dei libri, ci incontrereremo presso la chiesa universitaria di Sant’Anna, a Cracovia. Celebreremo la Messa, faremo un incontro sul libro appena terminato, raccogliendo impressioni, cercando di chiarire i punti oscuri. Poi berremo qualcosa insieme per conoscerci: anche questo dà il senso di un’esperienza condivisa».L’iniziativa ha come titolo ufficiale «Il libro del mese»: non una lettura tutta d’un fiato, ma un cammino a tappe. «Avevo lanciato una proposta simile durante l’Anno della fede, per leggere l’intero catechismo – racconta sempre il sacerdote – ma dei mille che erano partiti, alla fine ne sono rimasti trenta. Ho capito che il percorso va spezzettato. E così adesso anche chi vuole unirsi strada facendo, o leggere solo alcuni libri della Bibbia, può farlo». Uno potrebbe dire che la mole in sé della Sacra Scrittura non spaventa un lettore «forte», che magari si è letto migliaia di pagine della saga di Harry Potter o due o tre volte volte Il Signore degli Anelli, ma è anche vero, fa presente don Wegrzyniak, che «i libri moderni si fanno leggere più o meno facilmente, perché in genere c’è una consequenzialità nella loro struttura, quindi c’è la voglia di andare avanti per scoprire quello che succede. Nella Bibbia non è così, se non per alcuni libri. Una divisione del percorso è necessaria».Dietro a questa iniziativa ce n’è un’altra non meno ambiziosa: quella di segnare le domande più frequenti, i passaggi che suscitano più difficoltà, raccoglierli e alla fine pubblicare un’edizione della Bibbia con note mirate su questi aspetti, o pubblicare solo le note. «Milleduecento persone – dice don Wegrzyniak – anche per i parametri della sociologia sono un campione attendibile per rilevare i dubbi più diffusi o quelli che sono percepiti come gli ostacoli più ardui da superare. Le Bibbie di oggi hanno degli apparati critici ottimi, ma fatti da specialisti che ragionano come tali. Ne manca uno calibrato sulle esigenze del lettore comune. Moltissime domande che mi vengono rivolte all’università o che vedo già su Facebook si possono sintetizzare così: “È vero o no? È accaduto realmente o è da interpretare come un racconto simbolico?”, questo perché mancano i fondamenti dell’ermeneutica biblica, la conoscenza dei generi letterari e della storia di Israele».Sui frutti di una lettura simile, che richiede una perseveranza non banale, don Wegrzyniak non ha comunque dubbi: «Sono sempre stato affascinato dalla Sacra Scrittura. A casa, mia nonna mi parlava spesso della storia di Giuseppe in Egitto, che lei amava particolarmente forse anche perché il suo amato marito si chiamava Giuseppe. La prima lettura integrale della Bibbia l’ho fatta quando avevo 14 anni, due capitoli al giorno, per un anno e dieci mesi. Spiritualmente mi ha nutrito molto. Poi l’ho ripetuta in Seminario, quindi sono stato mandato a studiare al Pontificio Istituto Biblico a Roma. Quello che posso dire è che leggere la Bibbia rafforza la fede, perché introduce alla bellezza e al mistero dell’alleanza tra Dio e l’uomo. E, come dice la Dei Verbum quando invita alla frequente lettura del testo biblico, serve per “apprendere la sublime scienza di Gesù Cristo”».
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