giovedì 28 aprile 2016
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L a diocesi di Trieste sabato dal Papa per consegnargli i documenti del quinto Sinodo diocesano. Con un impegno a tutto campo. «La Chiesa cattolica di Trieste, con il suo Sinodo, ha scelto di essere una Chiesa in uscita, tutta dedita ad annunciare l’Evangelii gaudium, la gioia del Vangelo, capace di andare verso le periferie esistenziali contemporanee, là dove c’è bisogno del Signore Gesù, dove l’umanità è lacerata, dove la vita è messa a repentaglio, dove le relazioni, soprattutto quelle familiari, sono compromesse o impedite e dove gli uomini rischiano di perdere la direzione di senso verso cui procedere». L’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste, l’ha spiegato in un incontro in cui ha annunciato il pellegrinaggio giubilare, al quale parteciperà anche la città con il sindaco Roberto Cosolini. L’appuntamento più significativo è l’udienza di fine mese, con quello che Crepaldi ha definito «il dono» al Pontefice delle conclusioni de “Il Sinodo della fede” di una comunità singolare, quella triestina, che fa del confine una opportunità e delle diversità identità religiose e culturali, oltre che linguistiche che la compongono, una straordinaria ricchezza. «Questa consegna – ha sottolineato Crepaldi – è un atto ecclesiale di grande significato per la comunione tra il vescovo di Roma, successore di Pietro, e la nostra Chiesa». Il pellegrinaggio si svolge nel 555° anniversario della canonizzazione di santa Caterina da Siena, patrona d’Italia, da parte di papa Pio II, già vescovo di Trieste. La patrona verrà onorata dalla diocesi con un concerto dell’Orchestra giovanile San Giusto della stessa diocesi e del Coro della Fondazione Teatro lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste oggi alle 19.30 nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva che custodisce il corpo della santa. Coro e orchestra accompagneranno anche la celebrazione eucaristica domani alle 17 nella Basilica di San Pietro, all’altare della Cattedra. Celebrazione inserita nel percorso giubilare e presieduta dall’arcivescovo Crepaldi. Tre anni in preghiera, studio e dialogo, più di 300 padri sinodali assicurano che Trieste – come fa sintesi l’arcivescovo –, «testimone consapevole e sensibile delle ancora troppe forme di povertà e di emarginazione, che tracciano solchi di profonder solitudini personali e familiari, vuole imboccare le strade dello sviluppo integrale e solidale che consenta di guardare al futuro con fiducia». Francesco Dal Mas © RIPRODUZIONE RISERVATA
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