mercoledì 28 maggio 2014
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​«Non ho mai pulito la grotta della Natività come oggi». Padre Ibrahim Faltas, economo della Custodia di Terra Santa, è stato tra i primi ieri mattina a correre nel luogo che la tradizione identifica come il punto esatto dove venne alla luce Gesù. Nella notte infatti un incendio ha rovinato gran parte dei paramenti e le tappezzerie, lasciando però intatta la famosa stella d’argento. Dopo aver verificato la casualità dell’incidente, cattolici, ortodossi e armeni si sono messi insieme per riparare i danni causati dal fuoco. Per padre Ibrahim «è stato il primo miracolo del pellegrinaggio di papa Francesco. «Dopo 22 anni – spiega – è stata la prima volta che non ho visto nessuno lamentarsi degli spazi occupati da altri, (le pulizie della grotta infatti sono regolate dallo Status Quo, che impone norme rigidissime anche rispetto alle piastrelle di competenza). Il clima era edificante».Padre Ibrahim, si intravedono già i frutti del viaggio di papa Francesco?Questo viaggio è stato qualcosa di indescrivibile, tutti erano contenti. A Betlemme il Papa ha salutato - uno per uno - tutti i malati, la Messa è stata un successo sotto ogni punto di vista. Solo qualche cristiano di Gerusalemme si è lamentato perché non ha potuto vederlo. Tanti i fuori programma. Si è fermato a pregare sul muro di separazione, in silenzio. E oggi tutti sono tornati a parlare di quel muro. Ha risvegliato i media che si erano addormentati sulla situazione difficile del popolo palestinese. Con i gesti che lo hanno caratterizzato, questo viaggio e questo Papa rimarranno nella storia. Ha pranzato con le famiglie povere di Betlemme preferendole alle varie autorità: nessuno se lo aspettava.Nessuno si aspettava nemmeno che pranzasse con voi francescani…Anche il pranzo con noi nel refettorio è stato un fuori programma straordinario. Ci ha ringraziato per il nostro lavoro in Terra Santa, ha detto che se oggi c’è la pace, se ci sono comunità cristiane, perfino se c’è una presenza cristiana è grazie ai frati francescani. Davvero commovente, perché ha riassunto 800 anni di presenza francescana in questa terra.Lei era presente anche al Santo Sepolcro, durante l’incontro con il patriarca Bartolomeo. Come ha vissuto quei momenti?È stato un incontro eccezionale. Il Papa che ha baciato la mano di Bartolomeo, circondato da tutti i patriarchi del Medio Oriente. La collaborazione tra le Chiese è aumentata tantissimo da quando ha annunciato la sua visita in Terra Santa. Alla tomba vuota di Cristo questo cammino si è esplicitato, reso manifesto. E come abbiamo lavorato assieme anche questa mattina ci indica che siamo sulla buona strada.C’è speranza che questa visita possa cambiare qualcosa nell’intricata situazione politica?L’invito che ha fatto ad Abu Mazen e al presidente dello Stato d’Israele Shimon Peres non ha precedenti. Non li ha invitati a un incontro per discutere di politica, ma per pregare a casa sua, in Vaticano. È stata una delle sorprese che Francesco ci ha regalato, e sono state tante.Alla fine di questi giorni, qual è il ricordo personale che più porterà nel cuore di questo viaggio?Il Pontefice dopo il pranzo con le famiglie al Casanova di Betlemme (la casa d’ospitalità francescana) è andato a riposarsi in una stanzetta. Quando è uscito gli sono corso incontro per salutarlo e la prima cosa che mi ha detto è stata: «Spegni l’aria condizionata, perché io non ci sono riuscito. Se no, sprecate tanti soldi». È attento a tutto. Anche dopo pranzo ha chiesto di poter pagare il conto. No Santo Padre, gli abbiamo detto. Basta un’Ave Maria. E abbiamo pregato.
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