mercoledì 8 giugno 2016
La prima attività sarà quella di definire con chiarezza i confini dell’intervento della Cei.
Il Papa: «Qualsiasi cosa Gesù vi dica, fatela»
Voluto dal Papa: un tavolo di lavoro

 

Tavolo di lavoro, ecco di cosa si occuperà
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Di che cosa si occuperà il Tavolo di lavoro istituito ieri dal Papa? E quali sono «le principali questioni interpretative e applicative di comune interesse»? Per inquadrare correttamente la questione, bisogna ricordare che la Cei sostiene già dal 1996 l’attività dei tribunali ecclesiastici regionali e ha varato per questo delle norme amministrative ed economiche. Mutando ora la realtà dei tribunali, c’è bisogno di cambiare anche le norme. Tra l’altro il Motu Proprio del Papa al n. 6 del Proemio affida un triplice incarico alle Conferenze episcopali: rispettare la volontà dei vescovi, stimolarli e sostenerli nel processo di attuazione della riforma del processo matrimoniale e aiutarli economicamente. Dall’8 dicembre scorso (giorno dell’entrata in vigore del Motu Proprio), dunque, i vescovi diocesani stanno assumendo le loro decisioni, molte delle quali in via provvisoria. Alcuni si sono orientati vero il tribunale diocesano, altri hanno optato per strutture interdiocesane, altri ancora per ora hanno deciso di non recedere da quelli regionali.

In questo contesto si inserisce dunque l’attività del Tavolo di lavoro, la cui prima attività sarà quella di definire con chiarezza i confini dell’intervento della Cei. Ad esempio ci sono le questioni organizzative, cioè la struttura dei tribunali; oppure quelle amministrative: la disciplina del lavoro del personale addetto, minimi e massimi dei costi delle perizie, delle rogatore, gli onorari degli avvocati. E naturalmente le questioni economiche. A tal proposito bisogna ricordare che da diversi anni la Cei destina ai tribunali ecclesiastici regionali una quota dei fondi 8xmille stanziati per le esigenze di culto (fa parte, infatti di questa finalità la cura pastorale delle persone in difficoltà e l’accertamento della verità di un sacramento). Quest’anno sono 13 milioni di euro, che servono ad aiutare le parti di una causa matrimoniale in condizioni di indigenza. Nel Consiglio permanente di marzo fu stabilito in via transitoria di mettere la somma a disposizione delle Conferenze episcopali regionali, con il vincolo che fosse redistribuita tra i tribunali del proprio ambito in base al bisogno. Il Tavolo, dunque, dovrebbe soffermarsi anche su tali aspetti. Quanto alla sua composizione e alla data di avvio dei lavori, i prossimi giorni saranno determinanti.

Non è stato ancora fissato un incipit, ma i tempi di inizio dovrebbero essereo brevi. Inoltre si dovrà chiarire il livello di presenza. Per il momento è chiaro, come ha stabilito il Papa nella sua lettera, che il coordinamento sarà del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, e che la Santa Sede sarà rappresentata contemporaneamente dai tre soggetti istituzionali interessati: la Segnatura Apostolica (che però in questo caso non funziona come tribunale, ma come ente di di vigilanza circa la retta amministrazione della giustizia), la Rota Romana e il Pontificio Consiglio per i testi legislativi. Il resto è tutto da decidere. Il desiderio è comunque quello di giungere al più presto a un testo che aiuti i vescovi. Il tutto in linea con l’intenzione del Papa che, dopo l’incontro con i vescovi all’assemblea generale di maggio, ha percepito il loro desiderio di attuare la riforma e di essere aiutati. Per questo ha affidato il coordinamento del lavoro al segretario generale.

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