lunedì 6 febbraio 2012
​Suor Viviana: essere povera per me è farmi dono per gli altri. Ora la mia è una "sosta adorante"
COMMENTA E CONDIVIDI
Penultima di 15 fratelli, a 18 anni ho lasciato la mia famiglia e il mio paesello, Malcontenta ( Venezia), posto sulle rive del Brenta, per rispondere all’invito di Gesù Sacramentato che mi voleva adoratrice, dandomi subito  lo slancio di farmi, come Lui, pane spezzato per tutti. Mi sono offerta con disponibilità a Dio, alla Chiesa e al mio IstitutoHo vissuto la mia consacrazione riassumendo i voti in quello della POVERTA’. Essere povera per me ha sempre voluto dire  tendere le mani vuote, in atteggiamento di chi aspetta tutto da lui, farmi capace di dono e di accoglienza del suo volere.
Ho vissuto la mia vita quale insegnante nella scuola e negli oratori. Ho fatto esperienze bellissime, godendo  una libertà  profonda dalle persone e dalle cose, pur amando profondamente tutti.
Ho cambiato varie comunità: Cesano Maderno (Mi), Cantù (Co), Borgio Verezzi (Sv), Roma, San Severo (Fg); i trasferimenti sono sempre motivo di sofferenza ma li ho vissuti quale richiesta e prova di amore dalle mani del mio Signore. Dopo un primo momento di perplessità, mi staccavo da chi mi proponeva il trasferimento, guardavo a Lui che mi chiedeva questo atto di amore per Lui, e partivo con serenità, godendo della sua Presenza.In ciascuna comunità mi sono trovata molto bene, non ho mai chiesto niente, ho cercato di donarmi con la mia povertà e serenità e in cambio ho avuto tanto amore e riconoscenza, sia dalla comunità che dagli esterni. Questi atteggiamenti nei miei confronti sono stati tanti fiori che hanno profumato la mia strada, non sempre piana, Ora, pensionata, sono stata inviata dai miei Superiori a Fidenza ( PR)  per iniziare un’esperienza nuova. Il vescovo ha voluto “una Chiesa Eucaristica”, e io, con altre due sorelle, ci alterniamo nell’adorazione quotidiana, con Gesù esposto, promovendo adorazioni eucaristiche per tutti.Sono felice, e ringrazio il mio Signore per avermi dato, in questo momento della mia vita, la possibilità di questa sosta adorante, nella certezza che Lui è capace di irradiare il suo amore nella Diocesi in cui siamo inserite e nel mondo. Era questo il desiderio che animava la nostra Madre fondatrice Santa Geltrude Comensoli: "Una sola cosa ti chiedo Gesù, amarti e farti amare”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: