lunedì 14 gennaio 2013
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Snaturare radicalmente il matrimonio nel valore dell'incontro relazionale uomo-donna con la prospettiva di generare significa porre un grave problema alla società e direi anche un vulnus nei confronti del suo futuro". È questo il giudizio di monsignor Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione Cei per la Famiglia e la Vita, sul progetto di legge relativo al matrimonio omosessuale in Francia e alla manifestazione di protesta svoltasi a Parigi."Ritengo - ha aggiunto Solmi parlando ai microfoni della Radio Vaticana - che sia stata una manifestazione che, certo, attiene al valore stesso del matrimonio contro altre forme di unioni che col matrimonio non c'entrano, ma sia stato anche un atto di grande responsabilità sociale, direi, di amore alla società". In merito al progetto di legge nel suo insieme che rimette in discussione molti articoli del codice civile francese e chiede di cambiare certi termini come "padre", "madre", "marito" e "moglie", con termini più neutri come "genitori" e "sposi", Monsignor Solmi spiega: "Certamente, siamo davanti al porre un insieme di situazioni contro il valore e l'identità della persona umana che è determinata sessualmente in quanto uomo e in quanto donna e da questo ne scaturisce il valore non solo semantico ma anche dell'essere e del definirsi 'madrè e 'padrè, oltre che il valore della donazione reciproca"."Nei momenti in cui c'è questa radicale messa in discussione della identità della persona - ha detto ancora il vescovo - ritenendo che tutto sia ascrivibile alla libertà intesa in senso assoluto o ai condizionamenti culturali e sociali, nel momento in cui si fa questo, quasi come effetto domino, vengono a cadere il valore della paternità e quindi il termine 'padrè, per la maternità il termine 'madrè, e viene messa anche in discussione quella relazione reciproca che è una donazione generante".
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