mercoledì 21 ottobre 2015
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C’è un auspicio su cui tutti i “circoli minori” del Sinodo concordano, nell’analisi della terza parte terza dell’"Instrumentum laboris", e che dà il tono a tutte e tredici le relazioni diffuse ieri dalla Sala Stampa vaticana: ovvero «che il cammino per realizzare la conversione missionaria di tutta la Chiesa – come scrive il circolo francese C – passi per la famiglia come soggetto evangelizzatore». La famiglia sia al centro, quindi, e nei confronti di essa la Chiesa abbia un’attenzione ancora maggiore rispetto al passato, sappia raccontarla anche con un linguaggio nuovo, affascinante per i vicini come per i lontani. La Chiesa abbia poi particolare cura – sono altri punti su cui i padri sinodali hanno largamente concordato – nella preparazione dei matrimoni, con il recupero di tre fasi, preparazione «remota», «prossima» e «immediata»; sostenga con decisione le famiglie che vivono con coerenza la propria vocazione cristiana, quanto cerchi soluzioni pastorali nuove per integrare coloro che si trovano in situazioni di vita irregolare e lavori per far sì che conviventi o persone sposate solo civilmente possano scoprire e scegliere la bellezza del matrimonio sacramentale. Questo è il quadro generale emerso ieri, ricco ovviamente di sfumature e di contributi originali che ogni gruppo linguistico ha voluto apportare, in vista del documento finale di sintesi. Circoli in lingua francese Il circolo francese A – relatore l’arcivescovo Laurent Ulrich, moderatore il cardinale Gérald Lacroix – chiede il recupero della categoria dl «catecumenato» anche per i fidanzati, e propone al tal fine una più stretta collaborazione tra pastorale giovanile e pastorale familiare; chiede poi un approfondimento, nel documento finale, del tema dell’apertura dei coniugi alla vita. Il circolo francese B – relatore padre François-Xavier Dumortier e moderatore il cardinale Robert Sarah – sulla questione della Comunione per i divorziati risposati, «si è pronunciato per mantenere la disciplina attuale». Sui due recenti motu proprio del Papa riguardanti la cause di dichiarazione di nullità matrimoniale, chiede che punti come la «mancanza di fede degli sposi», che «sembrano sollevare un problema teologico», siano affrontati da Francesco con un documento magisteriale.  Il circolo francese C – relatore l’arcivescovo Paul-André Durocher, moderatore il vescovo Maurice Piat – in una riflessione sull’esperienza assembleare delle ultime due settimane, sottolinea come il Sinodo si ponga sulla «linea» del Concilio Vaticano II, nella «volontà di evangelizzare il mondo contemporaneo». Gruppi di lingua inglese Il circolo A – relatore l’arcivescovo Joseph Kurtz, moderatore il cardinale George Pell – si esprime «a maggioranza, senza pieno consenso» per ribadire la dottrina e la pratica attuale della Chiesa sull’Eucaristia per i divorziati risposati e per dire no all’idea di affidare la questione alle singole conferenze episcopali. Evidenzia altresì l’importanza di una presentazione adeguata della visione cristiana della sessualità e anche della cura di elementi che potrebbero sembrare laterali, come la liturgia matrimoniale, per il cammino cristiano dei coniugi. Nel circolo inglese B – relatore l’arcivescovo Diarmuid Martin e moderatore il cardinale Vincent Nichols – si chiede al Papa di istituire, nel corso del Giubileo, «una commissione speciale per esaminare i modi in cui le discipline della Chiesa che scaturiscono dall’indissolubilità del matrimonio si applicano alla situazione delle persone in unioni irregolari», compresa la «poligamia». «Un approccio pastorale che promuova gli insegnamenti della "Humanae vitae"» è la sollecitazione che viene dal circolo C – relatore l’arcivescovo Mark Coleridge, moderatore l’arcivescovo Eamon Martin – che chiede anche maggiore attenzione nel documento finale al problema della povertà che intacca l’equilibrio di molte famiglie. Infine, per i padri sinodali anglofoni del circolo D – relatore l’arcivescovo Charles Chaput, moderatore il cardinale Thomas Collins – l’"Instrumentum laboris" «non presta la dovuta attenzione alla formazione alla castità», e allo stesso tempo «non possiamo ridurre il matrimonio a un rapporto sessuale». I padri fanno presente che «coloro che percorrono un cammino penitenziale non sono esclusi dalla Chiesa anche se si astengono dalla Comunione». Circoli di lingua italiana «Discernimento vocazionale» ed «educazione all’amore», sono due dei temi a cui ha prestato attenzione il circolo A.Il circolo B ha sottolineato, tra i vari punti, la necessaria solidarietà verso i coniugi «impoveriti dalle separazioni» e la volontà di mostrare a chi ha sperimentato un fallimento l’«abbraccio pieno della Chiesa».

Il circolo C, su situazioni “irregolari” ed Eucaristia, suggerisce di percorrere la strada di un discernimento «in foro interno sotto la guida del vescovo e di presbiteri designati».Circoli in lingua spagnola

Sempre sulla questione dell’Eucaristia a divorziati e risposati, si dividono con una certa nettezza il circolo spagnolo A – relatore il cardinale José Lacunza Maestrojuán, moderatore il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga – favorevole a un cambiamento della prassi di sempre («occorre porre fine all’atteggiamento elitista e settario mostrato da molti membri della comunità cristiana verso queste persone») e il circolo B – relatore l’arcivescovo Baltazar Porras Cardoso, moderatore il cardinale Francisco Robles Ortega – che resta invece contrario, pur appellandosi al Papa per un intervento chiarificatore.

Circolo di lingua tedesca

In ultimo, il circolo di lingua tedesca – relatore l’arcivescovo Heiner Koch, moderatore il cardinale Christoph Schönborn – dedica attenzione al nodo culturale del «gender», respingendo fermamente come «ideologie» le teorie che propongono una «intercambiabilità arbitraria» dell’identità sessuata. Sulla questione dei matrimoni nulli, ricorda la centralità della fede o meno dei nubendi. Suggerisce di «spiegare nuovamente» due documenti come "Humanae vitae" e "Familiaris consortio", e appoggia la proposta di una via penitenziale e di discernimento dei divorziati risposati, al termine della quale anche loro possano fare la Comunione.

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