lunedì 5 ottobre 2015
​I lavori del primo giorno: l'intervento di due sposi latino-americani. In mattinata il saluto del Papa e la relazione introduttiva del cardinale Erdo (IL TESTO). Il briefing: "Non ci sono due o più partiti, ma pastori in ascolto di Dio". 
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​Sono entrati subito nel vivo i lavori sinodali, che si protraranno fino al 25 ottobre: lunedì, nella prima sessione dei lavori dell’assemblea, aperta da Papa Francesco domenica con la Messa e stamani con un discorso su senso e metodo del confronto, hanno preso la parola Gertrudiz Clara Rubio de Galindo e Andrés Salvador Galindo López, una coppia di sposi messicani, presenti come uditori, che hanno due figli e quattro nipoti. Come riporta l'Osservatore Romano, hanno raccontato la loro testimonianza personale tra serie problematiche economiche, come la perdita del posto di lavoro, e l'impegno nella pastorale familiare scaturito da un pellegrinaggio al santuario mariano di Guadalupe. I due coniugi sono oggi segretari esecutivi della Commissione per la famiglia della Conferenza episcopale messicana e anche segretari del Celam per la zona del Messico-Centroamerica. È poi intervenuto anche uno dei 258 padri sinodali presenti lunedì 5 ottobre nell’aula nuova del Sinodo. In questa fase iniziale gli interventi, che sono proseguiti nel pomeriggio e poi martedì mattina, vertono tutti sulla tematica dell’«ascolto delle sfide sulla famiglia», cioè la prima delle tre «unità di lavoro» in cui si articola l’assemblea. A dare la parola per i primi interventi è stato il cardinale presidente delegato di turno André Vingt-Trois che, rivolgendo il saluto al Papa ha anche ricordato che l’obiettivo del Sinodo è cercare con convinzione e umiltà di far crescere la comunione, vivendo questa importante esperienza di Chiesa come un tempo di conversione. Sono quindi intervenuti per le relazioni introduttive i cardinali Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, e Péter Erdő, relatore generale. In particolare, il segretario generale ha presentato novità e conferme della metodologia sinodale, rilanciando l’importanza dei tredici circuli minores che si riuniranno per la prima volta martedì pomeriggio. L’impegno, ha spiegato, è quello di rendere «più agile, dinamico ed efficace lo svolgimento dei lavori» proprio attraverso i circuli: infatti «il limitato numero di partecipanti e l’omogeneità linguistica consentono il dialogo franco, la condivisione delle idee, la maturazione del consenso». Nella sua relazione il segretario generale ha anche ricordato che a comporre l’assemblea è «un affresco della cattolicità in cui si riflettono la sensibilità e risuonano le voci di tutti i continenti». Ha quindi preso la parola il relatore generale Erdo, soffermandosi sulle tre ampie linee guida che scandiscono i lavori: l’ascolto delle sfide sulla famiglia, il discernimento della vocazione familiare e la missione della famiglia oggi. La relazione generale è stata poi presentata in tarda mattinata nella Sala stampa della Santa Sede, durante il primo briefing con i giornalisti, al quale con il direttore padre Federico Lombardi sono intervenuti i cardinali Vingt-Trois ed Erdő e l’arcivescovo Bruno Forte, segretario speciale di questo sinodo. I lavori nell’aula sinodale sono cominciati e finiti con la preghiera presieduta dal Pontefice: alle 9 l’ora terza e alle 12.30 l’Angelus. Durante la preghiera mattutina, accompagnata dal canto del coro della Cappella sistina, il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, ha tenuto l’omelia, invitando a seguire l’esortazione di san Paolo nella seconda lettera ai Corinzi (13, 11): «Siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi». È proprio questo spirito cristiano di gioia e di pace che deve caratterizzare i lavori dell’assemblea, ha rimarcato il porporato, perché non corrisponde certo a verità l’idea che veniamo qui come due bande opposte a difendere posizioni irriducibili. Il cardinale Rodríguez Maradiaga ha poi invitato a non cedere allo scoraggiamento di fronte agli attacchi e ai problemi della Chiesa, che non è in via di estinzione, e della famiglia. L’atteggiamento giusto è guardare avanti con coraggio, nota in conclusione l'Osservatore Romano. E in questa prospettiva si inserisce anche l’esperienza del sinodo che si rivolge a tutte le famiglie del mondo, credenti e non credenti, alle prese con diverse ideologie, contraddizioni culturali e sociali, e fragilità.
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