venerdì 30 aprile 2010
Tutto pronto per l’abbraccio di domenica. Poletto: sarà anche un’importante occasione per rilanciare la tradizione dei santi piemontesi. Sono già un milione 744mila i fedeli prenotati per l’Ostensione.
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Una ventata di gioia e di freschezza. L’attesa per la visita del Papa coinvolge la città intera e fa riscoprire quella Torino «religiosa» che tante volte è poco visibile ma è ben presente nel tessuto del territorio, nella storia come nell’esperienza viva dell’oggi. Il cardinale arcivescovo di Torino Severino Poletto ha tenuto ieri nel Seminario metropolitano l’ultima conferenza stampa prima della visita di Benedetto XVI. Il Papa, è atteso per domenica: viene a "sciogliere" la promessa che fece due anni fa ai 7 mila pellegrini torinesi riuniti nell’Aula Paolo VI. Annunciando l’ostensione per il 2010 il Papa disse: «Se il Signore mi dà vita e salute, sarò anch’io a Torino per venerare la Sindone». Il giorno è arrivato e la città è pronta.Benedetto XVI è atteso poco dopo le 9 all’aeroporto di Caselle, da dove si trasferirà in piazza San Carlo per ricevere il saluto del sindaco Sergio Chiamparino e dell’arcivescovo. Il Papa presiederà l’Eucaristia in una piazza che può accogliere 25 mila persone (maxischermi vengono installati anche in via Roma e piazza Castello, per consentire di seguire la funzione anche a chi non potrà fisicamente entrare in piazza. Un altro maxischermo sarà sistemato in piazza San Giovanni per seguire la preghiera del Papa in Duomo). Nel pomeriggio Benedetto XVI tornerà in piazza San Carlo per incontrare i giovani delle diocesi piemontesi. Quindi l’incontro con la Sindone. Ad accogliere il «proprietario» del Telo, nella Cattedrale, ci saranno le monache di clausura dei 16 monasteri della diocesi di Torino. Il Papa pregherà davanti al Santissimo Sacramento e poi di fronte alla Sindone, sulla stessa pedana dove, ogni giorno, sfilano oltre 30 mila pellegrini. Poi il Papa salirà nel piccolo presbiterio per proporre la sua meditazione. In seguito Benedetto XVI si recherà a incontrare le comunità di religiosi, malati e volontari della Piccola Casa della Divina Provvidenza. E poi, dal Cottolengo, ripartirà alla volta dell’aeroporto e di Roma. Joseph Ratzinger conosce da lungo tempo la Sindone, fin dai suoi anni a Monaco. Venne a Torino nel 1998, guidando il pellegrinaggio della Congregazione per la dottrina della fede. In quell’occasione tenne, al teatro Regio, una conferenza pubblica sul tema «Fede tra ragione e sentimento». Dal 1998 ad oggi la Sindone ha conosciuto un importante intervento conservativo: non più arrotolata ma distesa in una teca apposita, «ripulita» dalle toppe e dal pulviscolo residuo dell’incendio di Chambéry, si presenta oggi in un migliore stato di conservazione. L’immagine stessa, come testimoniano i pellegrini dell’attuale ostensione, è meglio visibile che in passato. E forse sono maturi i tempi, al termine dell’Ostensione, per riaprire il discorso su indagini scientifiche non invasive (un programma ampio di ricerche era stato proposto fin dal 2000, nel Simposio internazionale che aveva riunito 40 scienziati di tutto il mondo). Ma per la scienza c’è tempo. Domenica è il «giorno della fede», in cui il Papa viene a pregare di fronte a questa immagine così misteriosa e così «chiara» nel testimoniare e confermare i racconti evangelici della passione del Signore. «Il Santo Padre – ha detto il cardinale Poletto – viene a Torino in visita pastorale, alla diocesi e alla città: un momento speciale di riflessione davanti al Lino. Un avvenimento eccezionale, non solo dal punto di vista dell’organizzazione, ma anche in quanto momento di grazia per i fedeli e un’occasione importante per rilanciare la tradizione dei santi piemontesi, come don Murialdo e san Giuseppe Cottolengo, che il Papa ha ricordato nell’udienza generale di mercoledì» È un’opportunità che stanno raccogliendo in tanti: a oggi i pellegrini prenotati sono 1 milione 744 mila. Di questi già 450 mila sono sfilati di fronte alla Sindone.L’assessore Fiorenzo Alfieri, presidente del Comitato organizzatore, ha osservato che l’obiettivo dei due milioni di pellegrini può ornai considerarsi raggiunto, anche perché ai prenotati occorre aggiungere il gran numero (almeno 80-100 mila a settimana) che passano dalla porta centrale del Duomo: nella navata la Sindone è un poco più lontana ma ci si può fermare, a guardare e a pregare.
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