venerdì 18 ottobre 2019
In visita alla città sullo Stretto, il porporato albanese si è recato nel penitenziario di San Pietro: "Dio perdona ogni peccato", ha detto riferendosi alla pagina evengelica del Figliol prodigo
Il cardinale Simoni al convegno organizzato dalla arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova

Il cardinale Simoni al convegno organizzato dalla arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova

COMMENTA E CONDIVIDI

Compleanno "in carcere" per il cardinale Ernest Simoni. Nella giornata del suo 91.mo genetliaco, oggi 18 ottobre, il porporato albanese - che ai lavori forzati ha passato 28 anni della sua vita, vittima della persecuzione antireligiosa nel suo Paese - ha voluto essere accanto ai detenuti del penitenziario di Reggio Calabria, la città dove è in visita in questi giorni su invito della diocesi di Reggio Calabria-Bova e del suo arcivescovo, Giuseppe Fiorini Morosini. Nel carcere di San Pietro, ad accoglierlo è stato il direttore Calogero Tessitore, il garante dei diritti dei detenuti Agostino Siviglia, il cappellano padre Carlo Cuccomarino Protopapa, il cappellano delle carceri di Messina padre Salvatore Alessandrà e il direttore diocesano della Caritas, don Antonino Pangallo. L’arrivo del cardinale all’interno della casa circondariale si è rivelato un momento particolarmente emozionante anche perché i rumori di quelle chiavi e delle porte delle celle che si chiudevano ricordavano a Simoni i suoi anni terribili di prigionia.

I detenuti della sezione maschile e femminile e tutti i volontari che lavorano quotidianamente a servizio del carcere, lo hanno ricevuto con un grande applauso e un canto religioso. Dopo il saluto di Pangallo e del cappellano padre Carlo, che in accordo con il direttore ha fortemente voluto la presenza del cardinale in questo luogo di dolore inserendolo nella fitta agenda della visita alla diocesi, il segretario Vieri Lascialfari ha raccontato con commozione la storia di sofferenza che ha segnato la vita di Simoni, costretto a lavorare in una cava, in una miniera e nelle fogne di Scutari ai tempi della dittatura in Albania. Prendendo la parola, Simoni ha fatto riferimento alla parabola del Figliol Prodigo, per ricordare che il Padre celeste è disposto a perdonare qualsiasi peccato dei suoi figli, e ha affrontato, altresì, anche il tema evangelico del perdono concesso da Gesù al buon ladrone agonizzante in croce, assicurando che «per i credenti la speranza è una certezza e che Gesù, se lo vogliamo veramente, assicurerà il premio del paradiso così come fece con il buon ladrone». Una festicciola con il dono di una torta fatta direttamente dai detenuti e l’omaggio di un’icona della Madonna della Consolazione hanno concluso la visita di Simoni in carcere.

In precedenza il porporato aveva celebrato la Messa, per ringraziare il Signore del dono della vita, ospite delle suore della Visitazione, nel convento di clausura di Ortì, una delle realtà contemplative più importanti della Calabria. Subito dopo, Simoni è stato accolto dalle autorità civili e militari a Palazzo Alvaro. A porgere i saluti il sindaco Giuseppe Falcomatà che ha donato una targa quale segno di gratitudine per questa visita. Simoni, dal canto suo, ha ringraziato lo Stato italiano, le amministrazioni civili e le forze dell’ordine confidando di essere rimasto davvero colpito dalla calorosa accoglienza riservata in questi giorni da tutta la città. (ha collaborato Francesco Iermito)

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: