venerdì 12 aprile 2013

Papa Francesco ha riflettuto su «una grande tentazione» che si annida nella vita cristiana, «quella del trionfalismo». L’ha avuta Pietro quando assicura che non rinnegherà il suo Signore. O il popolo dopo aver assistito alla moltiplicazione dei pani. «Il trionfalismo – asserisce il Pontefice – non è del Signore. Il cammino di tutti i giorni, nella presenza di Dio, quella è la strada del Signore». (Nella foto il Papa saluta i fedeli, prima dell'udienza, lo scorso 10 aprile)
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Alle sequela di Cristo si cammina con perseveranza e senza trionfalismi. Lo ha affermato questa mattina papa Francesco, nella Messa celebrata alla Casa Santa Marta, alla presenza del personale della Farmacia, della Profumeria vaticane, della Libreria editrice vaticana, guidato dal direttore don Giuseppe Costa. Quando Dio tocca il cuore di una persona, dona una grazia che vale una vita, non compie una “magia” della durata di un attimo. Nella sua omelia, papa Francesco ritorna al clima di agitazione immediatamente successivo alla morte di Gesù, quando i comportamenti e la predicazione degli Apostoli finiscono nel mirino di farisei e dottori della legge. Il Papa riprende le parole di Gamaliele, citate negli Atti degli Apostoli, un fariseo che mette in guardia il Sinedrio dall’attentare alla vita dei Discepoli di Cristo, poiché – ricorda – in passato il clamore suscitato da profeti rivelatisi falsi si era presto dissolto assieme ai loro proseliti. Il suggerimento di Gamaliele è di attendere e vedere cosa avverrà dei seguaci del Nazareno. Questo, osserva papa Francesco, «è un consiglio saggio anche per la nostra vita, perché il tempo è il messaggero di Dio: Dio ci salva nel tempo, non nel momento. Qualche volta fa i miracoli, ma nella vita comune ci salva nel tempo», ci salva «nella storia», nella «storia personale» di ciascuno. Quindi, con arguzia, il Papa soggiunge: il Signore non si comporta «come una fata con la bacchetta magica: no».Al contrario, dona «la grazia e dice, come diceva a tutti quelli che Lui guariva: “Va, cammina”. Lo dice anche a noi: “Cammina nella tua vita, dai testimonianza di tutto quello che il Signore fa con noi”». A questo punto, Papa Francesco nota «una grande tentazione» che si annida nella vita cristiana, «quella del trionfalismo». «E’ una tentazione – afferma – che anche gli Apostoli hanno avuto». L’ha avuta Pietro quando assicura solennemente che non rinnegherà il suo Signore. O il popolo dopo aver assistito alla moltiplicazione dei pani. «Il trionfalismo – asserisce il Pontefice – non è del Signore. Il Signore è entrato sulla Terra umilmente: ha fatto la sua vita per 30 anni, è cresciuto come un bambino normale, ha avuto la prova del lavoro, anche la prova della Croce. Poi, alla fine, è risorto». Dunque, prosegue, «il Signore insegna che nella vita non è tutto magico, che il trionfalismo non è cristiano». La vita del cristiano è fatta di una normalità vissuta però con Cristo, ogni giorno: «Questa – esorta Papa Francesco – è la grazia che dobbiamo chiedere: quella della perseveranza. Perseverare nel cammino del Signore, fino alla fine, tutti i giorni». «Che il Signore – conclude – ci salvi dalle fantasie trionfalistiche». «Il trionfalismo non è cristiano, non è del Signore. Il cammino di tutti i giorni, nella presenza di Dio, quella è la strada del Signore».
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