venerdì 17 febbraio 2017
Fondati ad Asti nel 1878 da san Giuseppe Marello. "Curare gli interessi di Gesù" nei poveri e nei giovani. Presenti in tutto il mondo. Ma Asti resta il cuore di questa famiglia relgiosa
San Giuseppe Marello

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Asti per gli Oblati di San Giuseppe rappresenta il luogo natale. È infatti nella città piemontese che il sacerdote Giuseppe Marello, segretario dell’allora vescovo Carlo Savio, fonda la congregazione il 14 marzo 1878. È il punto di arrivo di un lungo cammino iniziato nella gioventù di Marello, nato a Torino il 26 dicembre 1844, attento alla realtà sociale e spirituale del suo tempo. In particolare verso giovani, poveri e anziani. Un’attenzione che lo portò, in un momento di crisi nella vocazione, ad abbracciare l’idea di fare il giornalista proprio per continuare a occuparsi dei problemi del suo tempo. Guarito da una malattia che lo condusse quasi alla morte, tornerà in Seminario, diventando sacerdote il 19 settembre 1868. Anche se impegnato al fianco del vescovo Savio, don Marello non mancò di continuare la sua opera pastorale per le categorie sociale svantaggiate.

Marello, un santo sociale

Anche per questo Giuseppe Marello viene inserito tra le figure dei santi sociali del Piemonte dell’Ottocento. Un’ansia pastorale che lo porterà qualche anno prima della fondazione della famiglia religiosa degli Oblati a dare vita (nel 1872) alla «Compagnia di San Giuseppe promotrice degli interessi di Gesù», riunendo laici che volessero impostare la propria vita nell’assistenza dei più bisognosi, visti proprio come «l’interesse di Gesù». Il tutto nello stile di san Giuseppe, cioè nel silenzio e nel nascondimento. Caratteristiche che si ritrovano nella congregazione degli Oblati, che sin dal loro inizio ebbero grande attenzione verso i giovani. Il 6 ottobre 1882, per mandato del vescovo di Asti, insieme a don Giovanni Maria Sardi- futuro vescovo di Pinerolo - rilevò l’amministrazione dell’Ospizio dei Cronici fondato in Asti da Francesco Cerrato. Dall’ottobre 1885 visse nell’istituzione caritativa, trasferitasi nei locali dell’ex- convento di Santa Chiara, dove aprì anche una scuola media.


Nel 1889 divenne vescovo di Acqui

Nel 1889, Leone XIII nomina Giuseppe Marello nuovo vescovo di Acqui. Un ministero episcopale che si concluderà il 30 maggio 1895, quando il vescovo morirà a soli 50 anni consumato dall'impegno pastorale a cui si dedicò con tutte le sue forze, lasciando in soli sei anni di magistero, ben cinque lettere pastorali su temi legati alal famiglia, ai giovani, all'istruzione religiosa. Sarà beatificato da Giovanni Paolo II proprio ad Asti il 26 settembre 1993 e canonizzato a Roma il 25 novembre 2001 sempre da papa Wojtyla.


Oblati giuseppini, presenza attiva

Gli Oblati sono ancora una presenza attiva in Asti, dove c’è la Casa Madre nel centrale corso Alfieri, che in una parte ospita anche un istituto alberghiero cittadino. Sempre in città da 53 anni è operante la Casa di riposo 'Monsignor Marello', con oltre un centinaio di posti. Dallo scorso anno ai padri giuseppini è stata affidata dal vescovo Ravinale la cura pastorale di due parrocchie: San Paolo e San Martino. Un legame, quello con la città, molto sentito dagli Oblati di tutto il mondo (sono presenti praticamente in tutti e cinque i continenti), anche perché nella chiesa della Casa Madre si trova la tomba del fondatore, meta di molti pellegrinaggi. Il loro ministero si svolge sempre in realtà povere e prive di mezzi, proprio in nome di quel "curare gli interessi di Gesù" che il loro fondatore ha posto alla base del carisma. Lì si può trovare, oltre che in Italia dove la congregazione è nata, anche in Messico, Perù, Bolivia, Brasile, Stati Uniti, India, Filippine, Nigeria, Polonia. E, in pieno spirito missionario, si stanno costituendo presenze in El Salvador, Madagascar e in Australia.


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