mercoledì 3 aprile 2013
​L'arcivescovo di Milano: dal gesto di grande umiltà di Benedetto XVI una nuova pista di cammino. Alla Chiesa e a tutti i cristiani il compiti di percorrerla 
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«Noi abbiamo avuto da parte della Provvidenza un grande segno con la nomina di Papa Francesco, un uomo che sa parlare direttamente al cuore della gente attraverso gesti, attraverso segni oltre che attraverso le parole e la grande attenzione, che è nata fin dalla sua apparizione». Queste le parole che l'arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola ha scelto per ringraziare papa Francesco, a nome di tutta la Chiesa ambrosiana in pellegrinaggio a Roma. In tutto 10 mila pellegrini, di cui seimila ragazzi e ragazze di 14 anni. «Credo che Papa Francesco - ha aggiunto ancora il cardinale Scola in un'intervista rilasciata alla Radio Vaticana - abbia un’esperienza tale delle periferie, come lui le chiama, delle situazioni di prova, di contraddizione, di fatica e di dolore, che l’umanità sta attraversando oggi, per poter essere una guida luminosa nei confronti di tutte le Chiese di tutti i continenti e per poter aiutare i cristiani in quel compito di testimonianza, che non può non giungere, ovviamente fatte le debite distinzioni, fino anche agli ambiti della vita quotidiana della gente». «Penso che certamente la sensibilità sociale di questo Papa si chinerà su queste problematiche e la sua radice italiana lo aiuterà anche a capire la complessità della situazione europea, che è caratterizzata dalla crescita di queste democrazie, chiamiamole “liberali”, con problematiche che derivano dalla natura plurale di questa società, che ci costringono a ripensare a tutto il tema della società civile, del suo nesso con lo Stato, alle modalità di partecipazione, e nello stesso tempo a ripensare il tema della laicità. Credo che realmente il gesto di grande umiltà di Benedetto XVI abbia spalancato alla Chiesa, in piena continuità con i Pontificati del dopoguerra, una nuova pista di cammino. Adesso tocca a tutti noi cristiani percorrerla».
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