martedì 5 ottobre 2010
«Il dialogo protegge ciascuno e mantiene umani». Lo afferma il messaggio finale approvato questo pomeriggio a Barcellona da 300 leader religiosi riuniti nella città capoluogo della Catalogna dalla Comunità di Sant'Egidio.
 «Cina, Paese malato di suicidio» di Junmin Pei, arcivescovo di Shenyang
COMMENTA E CONDIVIDI
"Il dialogo protegge ciascuno e mantiene umani". Lo afferma il messaggio finale approvato questo pomeriggio a Barcellona da 300 leader religiosi riuniti nella città capoluogo della Catalogna dalla Comunità di Sant'Egidio. "In un tempo di crisi - affermano - si deve aprire un nuovo decennio in cui il mondo globalizzato diventi una famiglia di popoli. E il dialogo è la via per realizzare quel destino comune che è la pace". L'invito dei leader religiosi è a riscoprire il dialogo quale modo per superare un tempo caratterizzato dalla "cultura del conflitto", dalla paura dell'altro e dal ricorso alla guerra come normale strumento di soluzione delle controversie. E soprattutto come risposta al terrorismo e alla violenza. "La globalizzazione ha bisogno di un'anima", si legge nell'appello. E l'incontro tra cultura, fede, economia, preghiera, ricerca della giustizia, che ha caratterizzato queste giornate, è indicato nel testo come una base solida di partenza per una globalizzazione capace di favorire un destino comune tra i popoli e favorire la rinascita della speranza, soprattutto per le giovani generazioni. In questi anni, ha commentato  Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, "abbiamo visto il fallimento della guerra per portare la pace" come anche l'affermazione di un materialismo pratico che tende a cancellare il lato spirituale della vita. In questo senso, ha sottolineato il presidente  Marco Impagliazzo, "siamo convinti che pregare e impegnarsi per la pace abbia portato grandi frutti. Basti pensare agli sforzi di questi giorni in Guinea Conakry, o alle 90.000 persone che in Africa hanno accesso alle cure come in qualsiasi Paese dell'Occidente". "A Barcellona e in oltre trenta incontri internazionali che oltre alla capitale catalana hanno coinvolto  le città di Tarragona, Sant Feliu de Llobregat, Manresa e Terrassa, si è fatto un passo avanti - commenta l'Osservatore Romano - sulla via della pace, come indicato nel saluto di Benedetto XVI  affidato al messaggio del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone". Accanto ai trecento leader religiosi, a duemila volontari e a tremila iscritti alle tavole rotonde, migliaia di persone si sono aggiunte stasera  alla grande invocazione di pace che ha attraversato il centro storico della città. Tutti sono stati salutati con calore particolare dall'arcidivescovo Lluis Martinez Sistach. Particolarmente ampia la delegazione della Chiesa ortodossa guidata dal metropolita Ilarion, presidente del dipartimento relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, e dall'esarca patriarcale di Bielorussia Filarete. Più di venti le personalità del mondo ebraico internazionale, tra cui il rabbino capo d'Israele Yona Metzger, accanto al direttore dell'American Jewish Committee, David Rosen e al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. L'islam è intervenuto con trenta importanti personalità, come il gran mufti di Istanbul, Mustafa Cagrici, Mahamoud Zakzouk, ministro degli affari religiosi d'Egitto, e Datò Serti Anwar Ibrahim, già primo ministro della Malaysia. Dal Pakistan, dall'Africa edall'Indonesia i responsabili e i testimoni musulmani impegnati in proficue iniziative di collaborazione con i cristiani, che favoriscono processi  positivi di convivenza e di riconciliazione nazionale.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: