giovedì 14 marzo 2013
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E così dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI abbiamo nuovamente un papa "non italiano": uno "straniero". Considerando la nazionalità, la parola ci starebbe tutta. Però... Però non aveva forse ragione don Primo Mazzolari a scrivere sulla sua rivista che «gratificare di straniero un papa non "italiano", come se la cattolicità tenesse conto della genealogia, della nazione...», non è poi una cosa bella? Quando il parroco della Bassa Padana scriveva queste righe su Adesso, alla vigilia del conclave del 1958, per trovare l’ultimo papa arrivato da lontano occorreva risalire ad Adriano VI, un olandese eletto nel 1523. Da quel papa in poi un crescendo ininterrotto di italiani sino all’elezione del polacco Karol Wojtyla nel 1978 seguita nel 2005 da quella del tedesco Joseph Ratzinger (esito di un allargamento del collegio cardinalizio avviato già da Pio XII con il concistoro del 1946 che cominciava a spianare la strada al futuro papa "straniero") . Prima di Adriaan Florensz di Utrecht, non erano stati pochi i vescovi di Roma approdati nella nostra penisola da fuori (perché ovviamente si può parlare di Italia, come di Stato Unitario, solo dal 1861). Il loro elenco indica parecchi nomi di origine chiaramente straniera e in alcuni casi italianizzati. Francesi, tedeschi, iberici, greci (questi ultimi soprattutto nei secoli VII e VIII). E poi, andando indietro. papi arrivati dalla Siria o dall’Africa Romana o dalla Terrasanta. Senza dimenticare un dalmata, un inglese, uno dalla Polonia e un altro dalla Tracia. E qualcuno di origine incerta alle origini della Chiesa. Nessun ungherese o americano, scandinavo o sloveno, boemo o irlandese. Facendo un po’ di attenzione, visto lo sviluppo solo tardivo del concetto di nazione che non vale solo per l’Italia, e ricorrendo dunque a criteri geografici e linguistici, con il minimo margine di errore che divide gli stessi specialisti alle prese con più elenchi, prendiamo atto che l’Europa ha sin qui – escluso il neoeletto – donato ai cattolici (ma non solo) duecentocinquantaquattro papi, duecentotredici quelli provenienti dalla sola Italia. Ma fermiamoci ora sugli europei dividendoli per aree omogenee: che, ça va sans dire, hanno oggi un peso geopolitico e una connotazione religiosa assai diversa rispetto alle diverse epoche passate. Ecco dunque i quindici francesi: attorno all’anno mille Silvestro II (originario dell’Alvernia), Niccolò II (proveniente dalla Savoia, appena fatto papa, già alle prese con il Concilio Lateranense), Urbano II (che nel 1095 convocò quello di Clermont-Ferrand, occasione per bandire la prima crociata), Callisto II, (Borgogna) , Urbano IV, Clemente IV, Innocenzo V (nativo di Champigny), e si continua con Martino IV, Clemente V , con il giureconsulto e teologo Giovanni XXII (eletto a Lione nel 1316), con Benedetto XII, Clemente VI (quel Pierre Roger che per ottantamila fiorini acquistò Avignone dalla regina Giovanna di Napoli iniziando a costruirvi il Palazzo dei Papi), Innocenzo VI, Urbano V, Gregorio XI. Ed ecco i nove dalla Grecia: Anacleto , Telesforo, Igino, Eleuterio, Antero (in realtà ordinato a pochi mesi di distanza dalla sua rinuncia, il 21 novembre 235), poi Sisto II, Dionisio, Eusebio, Giovanni VI. Sette quelli provenienti dall’area tedesca: dai sassoni Gregorio V e Clemente II al bavarese Damaso II , da Vittore II a Leone IX (proveniente dall’Alsazia che in quel tempo non era territorio francese), da Stefano IX (della Lorena , che aveva fatto parte della missione del 1054 a Costantinopoli, quella finita col provocare lo scisma di Michele Cerulario) a Benedetto XVI. Spostandoci nella penisola iberica troviamo quattro papi : uno dalla Spagna romana, cioè Damaso I (Idaha-a-Nova : a quel tempo Spagna, oggi Portogallo); due da Valencia,della famiglia dei Borja, cioè Callisto III e Alessandro VI; e prima cronologicamente un altro portoghese: Giovanni XXI di Lisbona. A questi vanno aggiunti un papa dalla Dalmazia: Giovanni IV; l’unico papa inglese – Nicola Breakspear – che si fece chiamare Adriano IV; uno dai Paesi Bassi – il già ricordato Adriano VI –, uno dalla Tracia, Conone; e – finalmente un volto familiare – il papa polacco: Giovanni Paolo II. Due quelli provenienti da luoghi incerti o non documentati : Callisto I e Caio. Allontanandoci dall’Europa diamo un nome agli otto papi giunti dal Vicino Oriente. Cinque dalla Siria: Aniceto, Giovanni V, Sisinnio, Costantino, Gregorio III. E tre dalla Terra Santa: cominciando con il primo anello della catena: Pietro di Betsaida, in Galilea, al quale concatenare – nel primo orizzonte geografico – papa Evaristo originario di Betlemme e Teodoro I da Gerusalemme. Senza dimenticare che almeno tre papi appartenenti ai primi secoli del cristianesimo erano africani: Vittore, Milziade, Gelasio I, tre vescovi, originari del Nordafrica, eletti al Soglio Pontificio, che diedero lustro alla Chiesa con la santità della vita: il terzo in particolare affrontò con fede coraggiosa la difficile situazione delle invasioni barbariche, confortando il popolo, riorganizzando il clero, riaffermando l’autorità della Chiesa di fronte al potere imperiale.
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