martedì 3 giugno 2014
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Oltre 4.500 iscrizioni e 280 candidature complete per 4 posti disponibili. Non è un concorso pubblico ma il "bando" della Conferenza episcopale italiana per un progetto di volontariato missionario all'estero. Una risposta entusiasta e numerosa che “ha sorpreso anche i più ottimisti”, arrivata (tra il 30 aprile e il 1° giugno) al Servizio nazionale per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. Obiettivo partecipare al progetto “In un altro mondo”, che punta ad avvicinare i giovani al mondo della Chiesa in generale e al mondo delle missioni e dell’aiuto al prossimo in particolare. “Eppure - commenta Matteo Calabresi, direttore del Servizio Cei che promuove il progetto - l’invito non era ad entrare nella casa del Grande Fratello, o a partecipare a qualche talent show. Il bando chiedeva semplicemente quattro giovani volontari tra i 22 e i 30 anni, ciascuno dei quali s’immergerà in una realtà completamente nuova, si sporcherà le mani offrendo il proprio aiuto, vivrà un’esperienza unica. E poi la racconterà. Attraverso articoli, video e immagini pubblicate sul suo profilo del progetto inunaltromondo.it”. Le quattro realtà verso le quali i "vincitori" partiranno tra la fine di luglio e i primi di settembre sono l’India, il Kenya, il Mozambico, le Filippine. Contesti poveri, viene spiegato sul sito dell’iniziativa www.inunaltromondo.it, dove si starà fianco a fianco con i missionari, lavorando con loro, per toccare con mano che fine fanno i soldi dell’8Xmille e raccontarlo a chi è rimasto a casa.
Nei prossimi giorni una prima selezione, effettuata sulla base dei video di autopresentazione prodotti e delle motivazioni espresse, porterà 20 dei candidati a frequentare uno stage formativo presso la Caritas Italiana, dal quale usciranno i nomi dei quattro selezionati per partire. “Per rendersi conto della pasta di cui son fatti i candidati e della serietà delle loro motivazioni - afferma Calabresi - basta andare su Youtube e scrivere nel motore di ricerca ‘In un altro mondo’: i video caricati sono moltissimi e tutti molto belli. Provare per credere. Altro che giovani italiani ‘choosy’ e altre simili generalizzazioni...”.
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