giovedì 12 marzo 2020
Ascoltate le argomentazioni presentate dai legali dell'ex capo della Segreteria per l'economia vaticana in riferimento alla condanna per abusi su minori
Il cardinale Pell attende la sentenza della Corte Suprema
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È cominciata nei giorni scorsi presso l’Alta Corte di Canberra l’udienza per il cardinale George Pell, 79 anni a giugno, condannato per abusi nei confronti di minori con una sentenza confermata lo scorso agosto dalla Corte d’Appello di tre giudici dello stato di Victoria con un voto di due a uno. Secondo gli esperti vi sono diverse possibili decisioni dell’Alta Corte: che l’istanza sia respinta, mettendo fine alla causa e lasciando in carcere il porporato (la condanna è stata di 6 anni, con 3 anni e otto mesi da scontare prima di una eventuale libertà condizionale); che l’appello sia accolto e Pell torni in libertà; che l’istanza sia accolta e la causa torni di nuovo alla Corte d’Appello di Victoria, o che siano richiesti maggiori informazioni e argomentazioni.

Pell è stato dichiarato colpevole di aver abusato sessualmente nel 1996 nella sagrestia della Cattedrale di Melbourne, quando era arcivescovo della diocesi, di due coristi di 13 anni sorpresi a bere il vino della Messa. L’Alta Corte, composta di sette giudici, dovrà pronunciarsi dopo due giorni di udienze. I legali di Pell si affidano in gran parte all’opinione dissenziente del terzo giudice della Corte d’Appello, che ha messo in dubbio la credibilità e l’affidabilità dell’unica vittima ancora in vita e ha raccomandato il proscioglimento da ogni accusa. L’avvocato di Pell, Bret Walker, ha sostenuto ieri che i giurati che hanno condannato il cardinale hanno sbagliato a respingere le argomentazioni della difesa sull’improbabilità dell’offesa.

Ha affermato che vi era tempo insufficiente per commettere le molestie, che la Cattedrale era un alveare di attività e che comunque sarebbe stato fisicamente impossibile scostare gli ingombranti paramenti per commettere l’aggressione. Walker ha inoltre ricordato che il maestro di cerimonie di Pell al tempo dei fatti ha testimoniato durante il processo che Pell dopo la Messa sarebbe rimasto sui gradini della Cattedrale per salutare i parrocchiani e non avrebbe avuto alcuna possibilità di commettere i reati in sagrestia. E ha chiesto che la condanna venga annullata e Pell sia rilasciato dalla detenzione. Oggi sarà la volta dell’accusa, che per iscritto ha già accusato la difesa di offrire «un quadro incompleto e impreciso dei fatti».

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