sabato 10 luglio 2010
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L’Onu delinea un quadro a tinte fosche: «I bambini subiscono da parte degli adulti violenze mai viste o sentite per secoli». Almeno 220 milioni bambini subiscono da parte degli adulti violenze mai viste o sentite per secoli». La denuncia, che ben dipinge a tinte fosche quanto avviene nel mondo, apre il dossier Onu del 2006: si cal­cola che siano oltre 220 milioni le vittime nel mondo, anche se il fenomeno è talmente va­sto e nascosto da sfuggire a ogni classifica­zione, dato che le piccole vittime, specie nei Paesi più miseri, non avranno mai voce. I­noltre l’abuso sui minori assume forme sem­pre nuove e difficilmente arginabili, soprat­tutto a causa delle nuove tecnologie: sempre secondo l’Onu ogni giorno migliaia di nuove immagini pedopornografiche entrano nel cir­cuito internazionale (bambini ripresi nudi, scene di violenze, sevizie, attività sadiche), e per questo vengono sacrificati ogni anno 200mila piccoli anche in tenerissima età (il nuovo filone della infantofilia coinvolge bim­bi da pochi giorni a 2 anni). «Nessun Paese è immune», ha ammonito nel 2007 Ann Vene­man, direttrice generale Unicef, al terzo Con­gresso mondiale contro gli abusi sui minori di Rio de Janeiro, non solo nel senso che la pe­dofilia colpisce ovunque, ma anche che «non esistono spettatori innocenti di fronte a que­sta tragedia globale del nostro tempo».Il mondo, dunque, è popolato da un nume­ro spaventoso di criminali senza scrupoli che si nascondono nei computer dei ragazzini o rivestono i panni apparentemente innocui del parente/vicino di casa o ancora di un 'normale' turista amante di mete esotiche. E il pianeta Terra si divide in due 'emisferi': i Paesi (degradati) che forniscono le vittime, e quelli (industrializzati) che esportano gli a­guzzini. Tra questi ultimi l’Italia occupa un poco onorevole quinto posto dopo Usa, Ger­mania, Francia e Australia... In particolare so­no i Paesi del G8 - in teoria i più acculturati e civili - a indossare la maglia nera della ver­gogna, foraggiando la compravendita di bam­bini e bambine gettati in pasto ad adulti sem­pre più esigenti e sempre più giovani (l’età del turista pedofilo negli ultimi anni è scesa ai 25/30 anni).La maggioranza sono 'turisti sessuali occa­sionali' in cerca di nuove esperienze, gli altri sono i pedofili veri e propri, che manifesta­no una inclinazione sessuale esclusiva per i piccoli nella fase che precede la pubertà (il pe­riodo di cambiamenti fisici attraverso i qua­li il corpo di un bambino diviene un corpo a­dulto). Partono con tour organizzati e pac­chetti vacanza, ma anche in modo autono­mo, tanto poi per arrivare ai bambini sono a disposizioone vari intermediari, come taxisti o camerieri.Alla base del proble­ma ci sono leggi de­boli o poco applica­te e la grande dispa­ritá economica fra i turisti e i locali.Molti, e finora quasi tutti falliti, i tentativi di combattere la piaga, anche se iniziative recenti fanno ben spera­re e ci devono coinvolgere tutti: tra queste il progetto 'Viaggi da non fare', condiviso da Ecpat, Ong cattoliche e non, forze di polizia, tour operator, categorie di lavoratori (taxisti e albergatori locali), che laddove fanno fronte u­nico riescono a far arre­stare i colpevoli (www.viaggidanonfa­re.org). Intanto però il silenzioso olocausto continua a sa­crificare 150 milioni di ra­gazzine e 73 milioni di ra­gazzini che subiscono abusi, e a tenere 2 mi­lioni di bambini in stato di schiavitù sessua­le, per un giro di affari che è secondo solo a droga e armi.Mentre da più parti si chiedono ai governi norme più severe e l’introduzione del reato di 'pedofilia culturale' (l’apologia striscian­te del fenomeno, quasi fosse una legittima 'questione di gusti sessuali'), accadono fat­ti gravissimi, come la risposta del Tribunale dell’Aja a chi ha fatto ricorso contro la nasci­ta del Partito Pedofilo in Olanda: 'La libertà di organizzarsi in un partito politico è la ba­se della democrazia. Spetta agli elettori giu­dicare il programma'. Anche se questo pre­vede 'legittimità di rapporti sessuali con 12enni, sesso con animali, film porno du­rante il giorno' e altri 'diritti'. Tale partito si è poi sciolto nel marzo 2010 solo perché non ha raggiunto il quorum, non per decreto giu­diziario. Come si combatte, allora, un olo­causto ritenuto lecito? La piaga colpisce ovunque e il mondo appare diviso in due: i Paesi poveriche «forniscono» i minori, quelli industrializzati che esportano aguzzini senza scrupoli.
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