mercoledì 12 febbraio 2014
​La pastorale giovanile riflette su metodi e strumenti nel cammino del dopo-Rio 2013, un percorso nel quale, al XIII Convegno nazionale a Genova ha trovato il supporto di alcune voci autorevoli.
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La pastorale giovanile riflette su metodi e strumenti nel cammino del dopo-Rio 2013, un percorso nel quale, al XIII Convegno nazionale a Genova ha trovato il supporto di alcune voci autorevoli. Prima fra tutte quella del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, che ha invitato educatori assieme a responsabili diocesani e regionali a non scoraggiarsi, perché “come a Emmaus egli cammina insieme a noi e attende che gli rivolgiamo l'invocazione: resta con noi". La terza giornata dei lavori, poi, si è soffermata in particolare sullo stile da coltivare nel rilancio della pastorale giovanile. Il salesiano don Rossano Sala ha indicato tre atteggiamenti fondamentali: “Testimonianza, prossimità ed essenzialità”. I cristiani e in particolare gli educatori, ha detto il sacerdote, “sono chiamati a essere profeti e mistici della fraternità” e a coltivare le beatitudini come fonte di “felicità e fecondità” in grado di “dare forma all'intera comunità”. Nell'opera educativa, ha poi aggiunto Sala, è assolutamente decisivo “il coinvolgimento corresponsabile dei giovani”. Hanno poi portato la loro testimonianza don Domenico Ricca, salesiano da 35 anni cappellano nelle carceri minorili, e suor Carolina Iavazzo, che tra il 1991 e il 1993 fu collaboratrice di don Pino Puglisi, beato dall'anno scorso, nel quartierre di Brancaccio a Palermo. Il pomeriggio ha visto i 550 convegnisti impegnati nei laboratori su alcuni temi specifici suscitati dalla visita alla sezione sulle migrazioni del museo del mare, Galata. La serata prevede poi lo spettacolo “La penultima cena” di Paolo Cevoli al Teatro Politeama.
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