giovedì 22 dicembre 2016
L'assassinio dell'ambasciatore russo in Turchia, la strage di Berlino. Il segretario di Stato vaticano: dobbiamo lottare contro il terrorismo con tutti i mezzi legali che ci sono dati.
Parolin: lavorare per eliminare le cause del terrorismo
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«È molto preoccupante quanto è accaduto ad Ankara. Vicenda che certamente non serve a creare un clima di maggiore intesa, di maggiore collaborazione in vista anche di un negoziato in Siria». È quanto ha affermato il Segretario di Stato Pietro Parolin a margine della visita natalizia al Centro italiano di solidarietà don Mario Picchi (Ceis) di Roma rispondendo in merito alla vulnerabilità della diplomazia in riferimento all’assassinio nei giorni scorsi dell’ambasciatore russo in Turchia.

«È importante che tutti, ognuno nella sua posizione, ci sforziamo di creare le condizioni per cui si possa vivere davvero in collaborazione e in pace – ha ribadito Parolin – bisogna veramente lavorare per creare un’atmosfera di pace, altrimenti sono queste le conseguenze».

Anche rispondendo riguardo al tragico evento di Berlino il Segretario di Stato ha voluto ribadire che: «La Santa Sede con il Papa condannano questo tipo di violenza contro innocenti, che il clima di Natale rende ancora più brutale. Ma rimane il discorso di sempre: dobbiamo lottare contro il terrorismo con tutti i mezzi legali che ci sono dati e nello stesso tempo dobbiamo anche lavorare seriamente tutti per eliminare le cause all’origine di questo fenomeno».

Il Segretario di Stato ha fatto un breve commento riguardo al discorso del Papa alla Curia dicendo che «è un grande appello alla conversione». «Ha continuamente insistito sul fatto che le riforme strutturali servono a ben poco se non c’è, al fondo, un cambiamento del cuore di ciascuno – ha affermato Parolin – credo che questo sia il messaggio da accogliere davanti a situazioni che sono anche nella Chiesa e che possono sconcertare. L’invito per noi che viviamo in questa realtà è di accettare la chiamata alla conversione, cambiare il cuore, che è il messaggio di Gesù di sempre».

Alla celebrazione al Ceis presieduta dal cardinale hanno partecipato i ragazzi delle comunità terapeutiche, le donne con bambini in difficoltà, i rifugiati politici ospiti del Centro insieme con i loro familiari e gli operatori delle diverse strutture.

Al termine della celebrazione il segretario di Stato ha inaugurato la “Casa di Sara”, struttura per accogliere donne vittime di violenza intitolata a Sara Di Pietrantronio, la ventiduenne romana barbaramente uccisa dall’ex fidanzato il 29 maggio scorso. Insieme a diverse personalità e al sindaco di Roma Virginia Raggi, erano presenti i genitori della ragazza assassinata ai quali il cardinale ha fatto giungere la preghiera di Papa Francesco. «Non ci sono parole per esprimere il dolore di noi tutti davanti a un omicidio così efferato, che purtroppo fa parte di una catena che sembra senza fine – ha detto il segretario di Stato -, le cronache ci raccontano di un femminicidio ogni tre giorni. È una strage di innocenti».

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