martedì 18 febbraio 2014
​Auguri al nuovo esecutivo: "Programma impegnativo, lo realizzi".
Galantino: priorità a famiglia e lavoro.
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«Auspico che il futuro governo possa realizzare il programma, che mi pare un programma molto impegnativo. Spero che con l’aiuto di Dio lo possa fare». Lo ha detto l’arcivescovo Pietro Parolin, segretario di Stato e prossimo cardinale, dopo l’incontro bilaterale Italia-Vaticano per la cerimonia dei Patti Lateranensi. Alla domanda se lui è ottimista, il prossimo cardinale ha risposto: «Il cristiano dev’essere sempre ottimista. Naturalmente ci sono difficoltà ma vi è anche una solidità che dà speranza».Le battute del più stretto collaboratore del Papa sul nascente governo Renzi sono state raccolte nel cortile del Palazzo Borromeo, nella cui splendida cornice l’ambasciatore Francesco Maria Greco ha ospitato il tradizionale "summit" tra i vertici istituzionali e governativi d’Italia e quelli della Segreteria di Stato e della Conferenza episcopale italiana. "Summit" in cui si è parlato – ha riferito Parolin – «soprattutto del Paese, dei suoi problemi, delle sue varie potenzialità». «Il tessuto Italia tiene. – ha aggiunto – Ci sono molte famiglie, persone, giovani, anziani che danno un contributo fondamentale alla sviluppo e alla vita del Paese». Rispondendo poi ad una domanda sulle priorità indicate durante l’incontro, monsignor Parolin ha poi detto: «Abbiamo dato importanza alla famiglia, e certo anche al lavoro».Quello di ieri è stato ovviamente un po’ particolare. Infatti in questo primo vertice a Palazzo Borromeo del pontificato di Bergoglio, l’Italia si è presentata con un governo già a fine corsa. Cosa che in realtà era già accaduta al ricevimento del 19 febbraio 2008 con il secondo governo di Romano Prodi dimissionario (anche se all’epoca erano state sciolte le cCmere e non c’era un premier incaricato come oggi). Per questo, nel bilaterale tra le due delegazioni, non si affrontano pratiche da risolvere né questioni particolarmente specifiche del rapporto Stato-Chiesa.All’incontro di Palazzo Borromeo come tradizione hanno partecipato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, i presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini. Nonché il primo ministro Enrico Letta con i ministri degli esteri Emma Bonino e degli interni Angelino Alfano e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. Da parte vaticana erano presenti, oltre a Parolin, gli arcivescovi Giovanni Becciu e Dominique Mamberti, rispettivamente Sostituto e "ministro degli esteri" vaticano. Mentre la Cei era rappresentata dal presidente, il cardinale arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, e dal segretario ad interim, il vescovo di Cassano all’Jonio Nunzio Galantino.Al ricevimento successivo all’incontro bilaterale si sono aggiunti poi numerosi esponenti del mondo ecclesiastico e civile. Come i cardinali Agostino Vallini, Camillo Ruini, Giuseppe Betori, Salvatore De Giorgi, Giuseppe Versaldi, Domenico Calcagno, Renato Raffaele Martino, Antonio Maria Vegliò, e il prossimo porporato Lorenzo Baldisseri. E come i ministri Mario Mauro, Sergio Moavero, Massimo Bray, con il sindaco di Roma Ignazio Marino, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, il presidente della Rai Anna Maria Tarantola, Andrea Riccardi, Pierferdinando Casini e Gianni Letta.Ovviamente all’evento non era presente il presidente incaricato Matteo Renzi. Ma il nuovo premier, nel caso sciolga la riserva e pronunci il giuramento venerdì o sabato, potrebbe, volendo, rappresentare l’Italia nelle cerimonie di sabato e domenica in Vaticano per la creazione di nuovi cardinali.
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